Sulla rotta di Ulisse

21 maggio 2014 di: Maria Moscato

Si è tutti dei piccoli Ulisse alla ricerca sfrenata di sé stessi, in uno stato di spasmodica tensione. Ulisse, uomo cosmopolita ed eroe marginale, nell’accezione più alta del termine, si veste oggi di fragilità e debolezza,non lotta più contro i Ciclopi, non si arricchisce poi così di buona lena. Ulisse oggi è stanco e preferisce tessere lui la tela. Ulisse vede il suo riflesso allo specchio e non si riconosce. Ulisse cambia continuamente e con impalpabile rapidità muta forma, così non riesce ad afferrarsi; il suo incessante divenire gli sfugge. Si insegue, ma non si trova mai. E così oggi l’uomo si scontra con sé stesso e con quello che era prima. Il suo percorso,la sua routine, diventa viaggio ed egli stesso timoniere inesperiente; allora quel percorso lineare dentro il quale aveva camminato diventa labirinto e uscirne risulta impossibile. L’uomo perde la rotta, e così combatte con il suo io,un io diverso da lui, un io che si scinde e che si osserva dal di fuori,un io che si critica e che critica. Si accusa di confondere la sua strada con quella altrui, si incolpa di omologazione. Sì, perché purtroppo oggi non ci si rende facilmente conto della sottile differenza che intercorre tra “cittadino del mondo” e “copie conformi”. Programmi televisivi, ma soprattutto siti come “youtube”, permettono di poter conoscere istantaneamente usi,costumi e abitudini di un paese comodamente seduti sulla poltrona come se realmente ci si fosse stati. Ma qui non si tratta più di scoprire quanto più di modellarsi sulla falsa scia di schemi preimpostati. Si diventa così maschere, uomini che per riconoscersi hanno bisogno di specifiche etichette sociali,non ci si rende conto che un mondo di uguali è orribile,che è strumento attraverso cui i sistemi totalitari ammazzavano i diversi. Il viaggio alla ricerca di sé stessi,diventa strumento con il quale l’uomo prende coscienza non solo del suo attuale io ma rivisita il proprio passato che gli appare, con lo scorrere del tempo, in modo diverso da come lo ricordava. Il viaggio si fa metafora della trasmutazione e della graduale consapevolezza di cui l’uomo si appropria.

3 commenti su questo articolo:

  1. Gabriella scrive:

    Eh si, cara Maria, è proprio vero, l’uomo cerca di non conformarsi agli altri senza accorgersi che, in realtà, per non conformarsi si conforma, soprattutto oggi che viviamo in una società che permette di arrivare dovunque anche dalla poltrona di casa, come dici tu, facendo sì che l’uomo perda la sua capacità di movimento e quindi, di crescita.

  2. sonia scrive:

    E’ un’articolo ottimo che s i discosta dall’ovvietà. Queste nuove liberissime sono” piccole” filosofe.

  3. Elena Mocciaro scrive:

    Cara Maria la tua analisi dell’uomo moderno è molto interessante ed anche leggermente ironica, Ulisse forse non vuole diventare neanche Penelope vuole retrocedere nella scala sociale uccidendo Penelope con odio e ferocia. Che ne sarà di loro e di noi che non amiamo più tessere tele!!

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