essere bambocciona a quaranta

17 giugno 2014 di: Gilda Bambocci

Secondo dati Istat relativi al 2014, la disoccupazione giovanile è volata quest’anno al 46%, ovvero sei ragazzi su dieci rimangono a braccia conserte. Posso dire da subito che non sono fra quelli. Non sono più giovane e quindi vivo la mia condizione nel più rassicurante 13,6% che raggiunge il 14,5% da donna disoccupata quale sono. Quanti anni ho? Mi avvio ai quarantadue, ho una laurea umanistica vecchio ordinamento e diversi corsi di specializzazione ben conservati nel cassetto dei ricordi. Come trascorro le mie giornate? Fra le braccia rassicuranti di Facebook dove ottengo svariati e graditi “mi piace” quando scrivo i miei post, mangiando quantità industriali di gelato d’estate e biscotti d’inverno.

In buona sostanza per riviste, giornali e tv sono una bambocciona, preferisco però chiamarmi sfiduciata, delusa, arresa, complice il caldo estivo. Ad ogni modo non asciugherete mai le mie lacrime, comunque vada si vive una volta sola e non voglio dare corda alla vostra pietà. Preferisco dare soddisfazione al vostro biasimo e al fatto che vi scandalizzerete vedendomi paga di ciò che non ho: un lavoro, una casa mia e una famiglia con prole.

Qualcuno mi dirà che il lavoro conferisce dignità all’essere umano. Non sempre. Ricordo un amico che è andato ad ingrassare le fila del voto clientelare per assicurarsi quella dignità di cui siete così sicuri e sicure. Qualcun altro aggiungerà che l’amore dei figli spinge ad andare avanti. Non sempre, ripeto. Il calo demografico dice che esiste un esercito di gente come me, che si fa bastare l’amore di quanti la circondano, quando c’è. Dall’alto di una condizione che mi consente ancora di dubitare, chiedo quindi alle signore e ai signori che lavorano e mi leggono: alla fine della vostra dura giornata, siete stanchi? Certo. Aggiungo: dopo avere mandato curriculum e fatto selezioni, lavori precari, sottopagati, mi riconoscete la stessa stanchezza? No, qualcuno dirà. E invece sono stanca anch’io. E mi strafogo di gelato e biscotti. E trascorro interi pomeriggi su facebook dove, credetemi, ho la mia popolarità. Qualcuno ha qualcosa in contrario?

11 commenti su questo articolo:

  1. rosalba Leto scrive:

    Il lavoro conferisce dignità, ha ragione la nostra Gilda bambocciona che scrive “non sempre il lavoro lo fa. Ma in ogni caso cara bambina vecchiotta il lavoro ti può dare creatività, applicazione, soddisfazione mentre un finto nido di Facebook ti da il nulla.

  2. caterina scrive:

    Non so cosa piace di più in una grande famiglia come Facebook quando già le piccole famiglie sono così sgangherate

  3. Adriana scrive:

    Coraggio Gilda, stiamo vivendo tutti un momentaccio. Personalmente preferisco un vero contatto con gli amici/che tuttavia niente in contrario sulla tua popolaritá su Facebook, é un nuovo modo di vivere relazioni amicali e non solo, e se ciò aiuta a superare la sfiducia e delusione bene così.

  4. Angelo Carta scrive:

    Cosa vuoi fare cara Gilda ognuno trova le grotte che puo’ non è un periodo di eroi ma di disertori, non si sa neanche chi è il nemico, gli uomini e le donne grandi arriveranno fra secololi.

  5. Ornella Papitto scrive:

    Gilda, nulla in contrario. Ho letto due volte il tuo “pezzo”, ironico, pungente e con una punta di sfida anticonformista… Mi è piaciuto molto, anche se … lavoro… E anche se… sono su FB e mi trovo … benissimo.
    FB è un evidenziatore di distanze familiari e un evidenziatore di vicinanze con estranei… Devo affermare che il piacere di “condividere”, di scrivere e affermare le proprie ragioni, lo trovo migliore di … discutere all’infinito, per vincere o perdere, come accade dentro la famiglia.
    Sono solo “contatti” ma a volte più reali e soddisfacenti dei rapporti familiari, dove o si vince o si perde… ;-)
    Ti sto chiedendo l’amicizia. Penso di averti individuata. ;-) eheheheh

  6. Rita scrive:

    Io invece non ti chiedo l’amicizia perchè non sono su facebook: lavoro tanto e non ho tempo anche per le amicizie virtuali
    Preferisco dire la mia su un blog come questo, quando posso, illudendomi di contribuire al dibattito generale.
    Niente da dire sulle tue scelte, comunque, che possono essere più appaganti di qualsiasi lavoro altrettanto fittizio
    e spesso infruttuoso.

  7. Ornella Papitto scrive:

    Cara Rita, FB è uno “strumento” per comunicare. Il risultato dipende da come si usa. È come il “bisturi”. Come il cellulare.
    Uso FB come il mio vecchio e amato “ciclostile”. Mai per “uso personale”. È un amplificatore. Mi consente di raggiungere pensieri e idee e persone che altrimenti mi precluderei di conoscere. Tutto qui. ;-)

    • Daria scrive:

      Beh, per esempio se fossimo su Facebook io metterei un bel “mi piace” sia a Gilda che a Ornella !!!…. E anche qualche faccina !

  8. Gilda Bambocci scrive:

    Grazie a tutti per le risposte! Grazie anche alla signora Leto, che mi ha scritto prima degli altri precisando che facebook mi da il nulla. Cara signora, non è proprio così. Il nulla è il nome che diamo alle esistenze diverse dalle nostre e che non riusciamo per questo a comprendere.
    Tutto ciò che è diverso spesso ci risulta vano, un qualcosa che non esiste o che è privo di dignità. Il suo discorso mi ricorda vagamente il concetto dei “non luoghi”, che credo sia di un filosofo francese, “non” rispetto ai luoghi che conosciamo e che quindi possiamo interpretare. Il problema sorge quando vogliamo interpretare altri luoghi in base a caratteristiche che non hanno. Le sue parole mi ricordano anche il termine “extracomunitario”, che significa fuori dalla comunità e che ci fa definire una persona per ciò che non è.
    Eppure, cara signora (non mi rivolgo agli altri perché sono stati più indulgenti) esisto e conosco tanta gente come me. Dentro e fuori da facebook. Qualunque cosa dica, il social network continuerà ad aiutarmi ad avere una vita sociale, una mia dimensione fuori dalle frustrazioni e dalle logiche del lavoro precario e della disoccupazione. Esattamente come fumare una sigaretta per fare pausa (io non fumo), bere una birra per rilassarsi e tanti altri comportamenti non proprio ortodossi. Nella vita è bello stare bene, anche quando possiamo dare fastidio a chi ancora vuole farci la morale sull’etica del lavoro e su tanto altro. Il mondo è cambiato, cara signora Leto. C’è chi sta meglio e chi sta peggio. Nel malessere, cerchiamo di tenerci in equilibrio. Ora scappo, un ragazzo (continuo ancora a considerarmi tale) mi ha chiesto l’amicizia. Sarà l’uomo della mia vita?

  9. Ornella Papitto scrive:

    Gilda, ti ho cercata ma non credo di averti trovata… :-(
    Ho trovato una bella persona di nome Gilda e le ho chiesto l’amicizia, ma sono convinta che non sia tu.
    Mi farebbe piacere che me la chiedessi tu, in modo da … non perderti di vista… ;-)

  10. Gilda Bambocci scrive:

    Cara Ornella, lasciamo fare al caso. Potresti vedermi in tutte le Gilde che affollano facebook o almeno in quelle che hanno le mie caratteristiche di scrittura.

    Lanciamo un nuovo sport, quello della caccia al profilo. E se dopo un pò di tempo non mi hai trovato, ti cercherò io. Un grazie e una buona giornata…

Commenta questo articolo:







*
AdvertisementAdvertisementAdvertisementAdvertisement