Il panettone di Renzi
Quella che ci attende è una settimana cruciale per la politica nazionale. Dopo il blitz europeo, Matteo Renzi, non proprio vincitore, torna in una Italia più tiepida nei suoi confronti rispetto a un mese fa. Renzi ha dichiarato (spavaldamente?) che l’orizzonte del suo governo si estenderà oltre “mille giorni” (cioè fino al 1918), ma nell’opinione pubblica comincia ad avvertirsi qualche scricchiolio (commenti giornalistici più prudenti, critiche del mondo sindacale, dubbi nella sua stessa maggioranza). Quindi il discorso che Renzi terrà in Parlamento a metà settimana, e che precede anche l’aggiornamento del Piano finanziario per il 2015, va ascoltato con grande attenzione. Entro luglio dovrebbero essere varati decreti molto attesi: sulla riforma della Pubblica amministrazione, sul fisco, sulla giustizia, sullo sblocco dei cantieri; e soprattutto dovrebbero essere votati (anche attraverso un faticoso braccio di ferro) il progetto di riforma del Senato e il testo della nuova legge elettorale. Se queste due riforme andranno in porto, grande gloria per Renzi che (per usare una metafora da qualche tempo di moda) potrà mangiare tranquillamente il panettone a Palazzo Chigi. Ma se non si riuscissero a varare né l’una né l’altra gli scricchiolii potranno diventare più numerosi e preoccupanti.