La piccola dea
In questo momento del mondo, la realtà del mito può diventare una scelta piuttosto che un rifugio.
La piccola dea si era smarrita in mezzo a un gruppo di nuvole. Spaventata dall’idea che potesse accaderle qualcosa si era coperta con la lanosa consistenza del loro manto e guardava pensierosa verso la terra. Scorse un giovane bizzarro, alto sino all inverosimile, dallo sguardo cauto, ritratto in se stesso a tal punto da sembrare vagamente assente, ma osservandolo meglio percepì che quello sguardo era acuto. Le ricordava lo sguardo di un gufo, o meglio di una civetta, il simbolo della sua mamma, la dea Minerva. La piccola dea continuò a osservare l’umano per tutta la notte e,pur non comprendendo cosa le stesse accadendo,se ne innamorò. La mattina dopo l’umano si allontanò dalla radura sulla quale la piccola dea vegliava, sentendosi addosso una particolare vertigine. Gli era sembrato che le nuvole più basse disegnassero il viso di una fanciulla. Una fanciulla che aveva vegliato su di lui.
Un giorno mentre stava raccogliendo delle erbe ebbe l impressione di rivedere quel volto. Fugacemente, tra le foglie degli alberi, come se fosse suggerito dal vento.
Il giorno dopo ancora vide la sagoma della fanciulla. Lei si avvicinò a lui guardandolo intensamente e lo aiutò a raccogliere le radici. Rimase in silenzio tutto il tempo, sfiorandogli soltanto le mani nell’aiutarlo.
Anche l’umano così si scoprì innamorato di quella curiosa fanciulla che sembrava fatta d’aria.
La piccola dea comprese che come l’aria amava la terra regalandole la vita delle creature che la abitavano, così la terra amava l’aria donandole un suolo dove trovare casa. L’aria era il respiro della terra, la terra l’approdo dell’aria. Comprese che come nella terra bruciava la fiamma, bollente magma di lava, esploso da montagne incapaci di contenerlo, così l’aria si condensava in acqua, che nell’umidità sprigionata avrebbe lenito e dissetato quella sacra fiamma. La piccola dea decise quindi che avrebbe amato l’umano silenziosamente, in attesa che anch’egli scoprisse questo miracolo per il quale accadeva che lei fosse il suo respiro e che lui fosse l’unica casa che il suo piccolo cuore avrebbe abitato.
Una splendida favola per grandi.
Bello, profondo e poetico al tempo stesso! Mi hai fatto volare leggera nell’aria ed osservare le cose dall’alto, poi mi hai fatto tornare “riconciliata” a terra con la speranza che possa esistere ARMONIA a questo mondo, grazie.
Semplicemente… Splendido!