l’uomo delle stelle con Tornatore approda a Ustica

29 giugno 2014 di: Rosanna Pirajno

Ieri il consiglio comunale di Ustica, in seduta straordinaria tenuta non nella sala comunale ma nel più capiente Centro congressi causa l’ampia partecipazione pubblica messa in conto, ha conferito la cittadinanza onoraria a Giuseppe Tornatore, Peppuccio per gli amici ora cresciuti anche tra gli usticesi. Le motivazioni si soffermano, oltre che sui meriti propri del regista premio Oscar per l’indimenticato Nuovo cinema Paradiso, soprattutto sul “racconto” della Sicilia che emerge in buona parte della sua filmografia, che ha diffuso nel mondo l’immagine – comunque non edulcorata – di una regione piena di contraddizioni irrisolte eppure bella, positiva, solare anche nel rivendicare gli apporti della propria civiltà contadina scomparsa, di un mondo rurale e agrario aspro eppure denso di valori e qualità umane e materiali che la modernità non ha saputo rinnovare.

Tutti emozionati, dal sindaco Attilio Licciardi agli assessori e consiglieri di maggioranza e minoranza che hanno tributato al bagherese lodi e applausi condivisi dal pubblico, e che il regista ha ricambiato esortando a non mollare i ragazzi usticesi già intenzionati a seguire le sue orme. Ma soprattutto, molto compenetrati nella ufficialità del ruolo si mostravano i giovani e le giovani componenti la giunta e il consiglio, ed è questo che intendo sottolineare insieme al regista che l’ha notato: la “bella presenza” di un consiglio comunale di mediamente trentenni con “bella prevalenza” di donne che una “bella politica” ha finalmente stanato dagli affari privati e dalle mura domestiche, sollecitando maschi e femmine a prendere le redini del proprio futuro in questo scoglio che hanno scelto di non abbandonare, ma di prendere in cura con gli strumenti di cui dispongono.

Non c’è migliore dimostrazione del buon fine della cittadinanza a Tornatore, uno che il proprio destino se l’è costruito con caparbia determinazione, di questa generazione che ha pensato bene di non delegare ma di assumersi in prima persona le responsabilità dell’esistenza propria e della piccola comunità che si sono assunti il compito di amministrare. E siccome fra questi giovani c’è anche un agronomo che ama la terra e la coltiva con perizia e qualcun altro che si è messo sulla stessa strada e altri ancora che si stanno dando da fare benissimo in arti e mestieri tra il manuale e l’intellettuale, allora tutto si tiene, collimando alla perfezione con l’idea della Sicilia positiva che il novello cittadino usticese ha diffuso, nonostante tutto.

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