“Troppa ipocrisia sulle inchieste” dal Corriere della Sera dell’8\6\2014
“…Bisogna infatti uscire dall’ipocrisia cui stiamo assistendo anche di fronte a questa nuova, clamorosa conferma che l’Italia è una repubblica fondata sulla corruzione, seconda nel mondo sviluppato solo al Messico e alla Grecia: un Paese che pur avendo più di duemila miliardi di debito pubblico ne riesce a buttare 60 all’anno in mazzette. È l’ipocrisia di chi convive giorno e notte con la corruzione e la vede solo quando un procuratore la svela. L’ipocrisia di organizzazioni, dai partiti alla Lega Coop alla Confindustria, che potrebbero fare meno convegni sulla legalità e più verifiche interne sullo standard etico dei propri iscritti.
Prendiamo il caso della Mantovani, il cui ex presidente ha svelato ai giudici il sistema Mose. Ebbene, la stessa impresa dello scandalo di Venezia aveva vinto un mega appalto per l’Expo di Milano con il sistema del massimo ribasso, offrendo uno sconto, scandaloso perché fece scandalo, di 107 milioni su 272. Salvo poi chiedere proprio in questi giorni 120 milioni di aggiornamento perché i costi dell’opera sono cresciuti. Diritto penale a parte, è ancora in Confindustria, nonostante Squinzi si sia detto «un talebano» in materia ed abbia annunciato espulsioni. E anche per quella azienda vale il principio ribadito dal direttore generale di Confindustria, secondo il quale un’impresa non può essere commissariata? La verità – come ha scritto chi studia il fenomeno – è che «oggi sul mercato delle opere pubbliche se non sei corrotto o corruttibile o corruttore non sei competitivo». E questo fatto è accettato anche dagli onesti…”