chiusa un’epoca, forse, si aprono le riforme
Chiuso il caso Ruby – con buona pace di chi non ne poteva più – per il cavaliere in eterno assetto politico, potrebbero pesare ancora su di lui ulteriori scenari giudiziari, sicuramente meno pruriginosi per i media e gli ammiratori dei suoi bunga-bunga (parliamo dei suoi dì di festa che piuttosto che collocarsi nel canonico notes del “sesso e potere”, trovano facile posto nel ridicolo e nel malcostume) ma sicuramente meno agevoli e carichi di pesanti indicazioni sull’uomo e sull’esponente di governo. Intanto Berlusconi manifesta gioia, dispensa appoggi, rinnova patti e prepara vecchie e nuove alleanze.
Bene: sotto la coltre dei mille emendamenti verrà fuori la riforma del Senato! Forse! E dunque Renzi che la ritiene, e non è il solo, tanto tardiva quanto necessaria, non mancherà di ringraziare chi funambolicamente la forma con lui. E tuttavia quegli italiani, che detestano il disfattismo, i piagnistei ad oltranza, la critica e la frontalità come unica scelta, ci scusi il giovane Presidente, non riescono a superare uno scetticismo e una preoccupazione di fondo.
Sempre meglio di niente, questo nuovo Senato metà inutile per la nazione metà comodo per i prescelti, se fa da apristrada a riforme che davvero ridiano nuovo volto al paese. Ma le altre ci saranno? E l’economia avrà la faccia di un paese democratico? Cioè non con ricchi imboscati, privilegi comunque assicurati, tasse a un ceto medio divenuto bersaglio senza difese e con lavoro nero tollerato e un lavoro legittimato dalla Costituzione dissolto nello spreco di questi ultimi anni?
Forse Berlusconi sposa la signorina Pascale, forse riceverà da Ruby ormai fuori da noiose udienze una affettuosa cartolina con “sempre grata, un caro bacio” ma noi sapremo infischiarcene di tutto questo e a lasciarlo a solo due righe di cronaca? Restiamo in trepidante attesa.