finalisti del Premio Campiello a Palermo

14 luglio 2014 di: Federica Aluzzo

Il 10 luglio Palermo è stata protagonista di una tappa del tour degli autori finalisti del prestigioso concorso di letteratura Premio Campiello, la cui finale si terrà il 13 settembre al teatro La Fenice di Venezia, rispettando una tradizione esistente da 52 anni. L’evento, nato dalla collaborazione tra la Fondazione Campiello e Banca Nuova, a cui quest’anno si è aggiunto, in qualità di partner tecnico, Spazio Cultura, scelto dalla Banca proprio per il suo impegno nella promozione della cultura, si è svolto presso il Circolo Nautico TeLiMar, prestigiosa sede di poliedriche manifestazioni sportive e non.  Moderato da Roberto Andò, vincitore nel 2012 del riconoscimento Premio Campiello Opera Prima con il romanzo Il trono Vuoto, l’incontro ha visto la partecipazione del Presidente di Banca Nuova, Marino Breganze, del Presidente del concorso Premio Campiello nonché Presidente di Confindustria Veneto Roberto Zuccato, della V commissione consiliare (cultura), e di tre dei cinque autori finalisti: Mauro Corona, Giorgio Fontana e Michele Mari rispettivamente autori di: La voce degli uomini freddi (Mondadori), Morte di un uomo felice (Sellerio), Roderick Duddle (Einaudi). Mancavano Giorgio Falco con La gemella H (Einaudi) e Fausta Garavini con Le vite di Monsù Desiderio (Bompiani). La selezione dei finalisti è stata fatta da una giuria composta da 10 letterati, ma saranno 300 lettori anonimi, di cui la metà uomini e la metà donne e ben ripartiti tra tutte le regioni d’Italia e tra diversi livelli culturali, a determinare il vincitore. A questo si andrà ad aggiungere anche un talento giovanile con il Premio Campiello Giovani che contempla la partecipazione di scrittori tra i 15 e i 23 anni tra cui ci sarà anche la siciliana Carmelita Zappalà.

Dal confronto con gli autori è emerso forte il desiderio attuale di cambiare i paradigmi della società ribaltandone i valori e mettendo al centro di tutto l’uomo, il suo diritto di esistere in nome del benessere interiore, della pace e della giustizia e la sua esigenza di immaginare percorrendo i limiti del surreale. Si è evidenziato come invece oggi l’uomo abbia messo al centro di tutto il Dio Denaro, ribaltando ogni logica che porti alla vera pace. Mauro Corona descrive una comunità alternativa, in cui si vive nell’ottica dell’aiuto reciproco, in cui il torrente, la semplicità della vita immersa nella natura, seppure fredda, riconduce all’essenza dell’uomo. Giorgio Fontana porta l’attenzione sulla necessità di ritrovare una giustizia che non sia mero rispetto delle leggi, ma ritrovi il suo significato più profondo grazie anche al dialogo a distanza riportato nel libro con una padre partigiano che permette di ricostruire 40 anni di storia italiana e guardare lucidamente ad un futuro più etico. Così come da una situazione difficile tra furfanti, ubriaconi e prostitute fugge il protagonista del libro di Michele Mari, disegnando una parabola sulla cupidigia e stupidità dell’uomo, ma anche sulla sua capacità di stupirsi di fronte al meraviglioso con un richiamo a Dickens e Stevenson, autori così tanto vivi e amati.

Felice di aver partecipato ad un evento di questo livello che ha permesso ai palermitani di sentire la viva voce di autori alla ribalta e che ha dato spunti di riflessione come ogni evento che si possa definire culturale dovrebbe fare. La cultura costituisce il fondamento su cui costruire la società civile e penso che con la crisi strutturale che stiamo attraversando oggi più che mai ci sia un grande bisogno di produzione di cultura che permetta di immaginare e poi costruire una nuova società che vada a ribaltare le logiche materialistiche illusorie di benessere. Non perdiamo quindi la possibilità di assistere ad un momento significativo della cultura italiana come quello della premiazione del vincitore del Premio Campiello il 13 settembre su La7 in prima serata.

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