nessuno tocchi Rosalia
Perché l’Italia diventi uno Stato amico delle donne. Perché Palermo diventi una città amica delle donne. Anche quest’anno si svolgerà domenica 13 luglio 2014, dalle ore 18.00, a Palermo, a piazza Politeama, alla vigilia del Festino di Santa Rosalia, un evento per dire basta ad ogni forma di discriminazione e violenza posta in essere contro le donne. Perché le donne non debbano più pagare con la vita la scelta di essere se stesse, e non quello che i loro partner, gli uomini o la società vorrebbero che fossero.
Come Rosalia, secondo la leggenda popolare a cui abbiamo scelto di riferirci, vittima di quelle pressioni all’interno della sua famiglia, da cui è riuscita a sfuggire con l’eremitaggio e che nella vita di tutti i giorni, per molte donne, sfociano in episodi di violenza. I femminicidi, cioè l’uccisione come esito di violenza subita nell’ambito di una relazione d’intimità, sono una forma di violenza che accomuna tristemente le donne del mondo. Queste morti “annunciate” vengono spesso etichettate come i soliti delitti passionali, fattacci di cronaca nera, liti di famiglia. Le donne, italiane e straniere, muoiono principalmente per mano dei loro mariti, ex-mariti, padri, fratelli, fidanzati o amanti, innamorati respinti.
I numeri in Italia sono impietosi: nel 2014 sono morte a causa della violenza maschile 134 donne (dati della Casa delle Donne per non subire violenza di Bologna e saranno disegnate 134 sagome di donne sull’asfalto. 134 sagome, quante sono le donne uccise. Durante il flash mob sarà deposto un fiore su ogni sagoma. L’evento è promosso dal Coordinamento Antiviolenza 21 Luglio, l’Associazione Le Onde Onlus, il Coordinamento Palermo Pride e dal Coordinamento antitratta Favour e Loveth (con un ringraziamento particolare ad Alias comunicazioni e a Marco Castagna per il prezioso lavoro di co-organizzazione).
La manifestazione, il cui slogan è “Neanche con un fiore” e firmato “Nessuno tocchi Rosalia – Palermo contro la violenza verso le donne” è pubblicizzato sui social networks attraverso un apposito evento facebook: (https://www.facebook.com/events/355524504573156/), nonché dagli hashtag per tutte le comunicazioni twitter e facebook: #neancheconunfiore #nessunotocchirosalia
L’iniziativa di quest’anno mette in luce
• La necessità di azioni di prevenzione e accompagnamento alle donne vittime di violenza maschile e non solo repressione.
• La nomina di un ministro per le Pari Opportunità.
• La definizione di una corretta ripartizione dei fondi destinati a prevenire e combattere la violenza verso le donne ai sensi della L. 119/2013 come indicato dall’articolo 8 della convenzione di Istanbul.
• Lo sviluppo di politiche sociali e abitative per le donne in difficoltà.
• La garanzia per tutte le donne, indipendentemente dall’orientamento sessuale, all’autodeterminazione in tema di salute, maternità, aborto e famiglia.
• L’implementazione di interventi sull’educazione all’affettività e alle differenze di genere.
• Giustizia per i casi di violazione dei diritti delle vittime di sfruttamento e tratta.
1. Che s’intervenga sulla violenza di genere non solo con provvedimenti legislativi che puntano alla repressione e all’inasprimento delle pene ma soprattutto con interventi di sistema a sostegno delle donne e di prevenzione, a partire dalla formazione, a favore delle ragazze e dei ragazzi perché si affermi una cultura fondata sul riconoscimento e sul rispetto della differenza.
2. La nomina di un/una ministro/a per le Pari Opportunità. Il presidente del Consiglio continua a tenere per sé la delega, con tutti i ritardi e l’inefficienza che questo comporta.
3. Una corretta ripartizione dei fondi provenienti dalla legge 119 come indicato dall’articolo 8 della convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia nel 2013, che prevede “adeguate risorse finanziarie e umane per la corretta applicazione delle politiche integrate, misure e programmi per prevenire e combattere tutte le forme di violenza che rientrano nel campo di applicazione della Convenzione, incluse quelle svolte da organizzazioni non governative e dalla società civile”.
4. Che si concretizzino politiche sociali e abitative che tengano conto dello straordinario, poco o nulla riconosciuto e gratuito lavoro di cura cui sono costrette le donne e su cui si regge la vita quotidiana della città. Per non dimenticare mai che sono le donne che pagano il prezzo più alto per la mancanza dei servizi di cura ed anche nelle situazioni di emergenza abitativa.
5. Che venga garantito il diritto di tutte le donne, indipendentemente dall’orientamento sessuale, all’autodeterminazione in tema di salute, maternità, aborto e famiglia, a partire dalla scelta fondamentale di essere o non essere madre, nel rispetto dell’applicazione della legge 194 e attraverso una maggiore integrazione con le leggi europee.
6. Che vengano realizzati, nelle scuole e nelle Università, interventi regolari sull’educazione all’affettività ed alle differenze, di decostruzione degli stereotipi e dei pregiudizi, a partire dalle differenze di genere e con particolare riferimento alle identità di genere “non conformi”.
7. Di denunciare pubblicamente i diritti violati delle donne sottoposte a condizione di sfruttamento e tratta, ponendo al centro la dignità e la libertà della persona; giustizia dinnanzi alle istituzioni e alle autorità competenti per i casi di violazione dei diritti fondamentali delle vittime della tratta perpetrati sul nostro territorio; costruire un programma di lavoro e studio per portare avanti percorsi di riflessione e prevenzione sul fenomeno della tratta.
bene!! che Palermo si muova e organizzi tutto questo non può che rendere onore alla città e alle Donne. Ci saremo!