ancora uno scomparso, cerchiamo Tindaro

28 agosto 2014 di: Giorgia Butera

Come abbiamo promesso, per aiutare l’associazione Famiglie degli scomparsi ecco un’altra storia in cui è insito un appello di aiuto: http//www.famigliescomparsisiciliani.blogspot.it

L’8 Aprile 2013 è una data tragica per la famiglia Bisazza, da quel giorno non si hanno più notizie di Tindaro Bisazza, uomo di 45 anni sparito a Castanea ma originario di Villafranca Tirrena. La famiglia si è da subito mobilitata e, nonostante i ripetuti appelli lanciati anche attraverso la nota trasmissione Chi l’ha visto, finora nessuna novità concreta. Tindaro Bisazza, che soffre di disturbi psichici, diabete, cardiopatia e altre patologie, è alto circa m 1,80 ma di corporatura esile, ha occhi e capelli castani e negli ultimi tempi portava anche baffi e pizzetto. Sul braccio sinistro ha tatuato un cavallo alato.

La cronostoria narra che Tindaro Bisazza, quando è scomparso, si trovava da soli quattro giorni presso la struttura Villa Bianca di Castanea delle Furie, frazione di Messina. Un operatore della struttura chiamò al mattino, verso le 7, la sorella Agata, comunicandole che il fratello alle 4 di quello stesso giorno era scappato dalla finestra del bagno. Con immediatezza dalla struttura iniziano le ricerche, seguite da una denuncia di allontanamento. Ancora oggi, la famiglia lamenta una scarsa metodologia nelle prime ricerche effettuate, lamentando il fatto che non siano state chiamate in causa le unità cinofile considerando che si tratta di una zona boschiva con dei burroni, né il Corpo forestale, né la Protezione civile, ma hanno fatto un giro solo due Carabinieri a piedi e senza mezzi. E’ stata diffusa la foto nei circuiti delle Forze dell’Ordine – così riferisce la sorella – è stata affisso l’appello in diversi punti della città di Messina e provincia, fino ad arrivare a Foggia negli autogrill. Ma nessun riscontro a tutt’oggi, se non qualche segnalazione che non ha portato a nulla. La paura della famiglia è che Tindaro, che diverse volte aveva tentato di togliersi la vita, possa essere precipitato da qualche parte o che sia accaduto qualcosa all’interno della struttura, anche perché a loro era stato riferito che non dormiva e impediva agli altri di dormire. Come da prassi è stato controllato il tabulato del telefonino, che al momento della scomparsa non aveva con sé, e di conseguenza i numeri e le persone con le quali è stato in contatto, sia telefonicamente sia con i pazienti del reparto ospedaliero, ma non è ancora emerso nulla.

Ecco il ritratto che ne fa la sorella Agata: «Tindaro nasce l’8 Febbraio 1968 a Messina, a 12 anni di differenza da me e 13 dal fratello Domenico, in una famiglia felice e orgogliosa del nuovo arrivo, considerato il bastone della vecchiaia dei genitori. Mio padre gestiva una macelleria e da piccolino lo portava con sé; sembrava ”il gatto con gli stivali” per gli stivali più grandi di lui che indossava. Era un bambino vivace e intelligente e la sua fanciullezza trascorse fra le coccole di tutti noi finché, il 25 marzo 1980, all’improvviso muore nostro padre. Facendoci coraggio siamo andati avanti ma a 17 anni mio fratello, che insieme ad amici la notte faceva bravate, fu scoperto dai Carabinieri e portato in carcere per alcuni giorni; questa brutta esperienza lo ha traumatizzato e per sei mesi non è uscito di casa per la vergogna.

Nel frattempo mia madre era caduta in depressione e mi sono ritrovata da sola a gestire una situazione pesante. Tindaro ha incominciato ad essere più nervoso e violento. Da quel momento sono iniziati i ricoveri nei reparti psichiatrici, fra ricadute e riprese. Aveva anche una compagna con la quale ha convissuto dieci anni, ma ad ogni ricaduta lei lo lasciava e alla fine se ne è andata definitivamente. Sono stata sempre presente, divenendo il suo punto di riferimento, anche perché ero l’unica ad occuparmi di lui».

Gli appelli della famiglia per ritrovare Tindaro Bisazza sono continui e costanti.

N.B. Chiunque avesse informazioni utili può contattare anche la nostra redazione, informeremo la famiglia e le Autorità competenti.

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