domande contro corrente sulle cooperanti rapite
Mi auguro con tutto il cuore che Vanessa e Greta, le due ragazze lombarde disperse in Siria, vengano rintracciate e riportate in patria al più presto.
Ciò non mi esime, però, dal fare alcune domande. Ci sono molte Ong di comprovata attività e serietà che operano nelle zone di guerra: Emergency, Médecins sans frontières, la Croce Rossa, l’Unicef, la stessa Chiesa cattolica, con le sue numerose articolazioni. Comprendo l’entusiasmo e la generosità, ma perché le due ragazze non si sono rivolte a queste organizzazioni ed hanno pensato di agire da sole, fondando una propria organizzazione, costituita da loro stesse e un altro unico socio? Dopo aver raccolto, via internet, la somma –non certo stratosferica– di 5.000 € , e averla trasferita ad una banca turca, – le due ragazze sono partite da sole «per distribuire latte in polvere agli abitanti delle zone rurali vicino ad Aleppo» (“cooperanti fai-da-te”, Corriere della Sera, 22 agosto). Ma chi ha fatto loro i biglietti di aereo? Chi le ha ricevute all’aeroporto? Chi era destinato a condurle nelle sconosciute “zone rurali” per distribuire il latte ai bambini?
Non si può escludere che le due ragazze siano finite, per entusiasmo, ed anche un po’ per presunzione, dentro una trappola. E chi, in Italia e in Siria, potrebbe averne ideato e costruito i fili?
Se ci sono ancora in Italia i Servizi segreti (e se non si limitano agli ”agenti deviati” che cercano di contattare la mafia) c’è da augurarsi che tali ricerche vengano fatte.
Mi pongo le stesse domande, ma non sempre oso manifestare in pubblico i miei dubbi politicamente “non corretti”.
Condivido. Avendo fatto cooperazione internazionale per diverse ONG, conosco bene le problematiche e andare da sole è stato un atto sconsiderato, purtroppo. Peraltro, senza alcuna esperienza in situazioni analoghe e nel paese dove andavano. Speriamo bene, speriamo che tornino a casa sane e salve.