il bioparco che preserva

3 agosto 2014 di: Marcella Geraci

Dall’arte agli animali, la città eterna mostra i suoi mille volti. L’altra faccia della medaglia di Villa Borghese è infatti il Giardino zoologico dove tutti, per una volta, ritornano bambini. Sono lontani gli anni in cui Verdone interpretava lo stonato e tenero Leo nel film “Un sacco bello”, il mammone romano che portava allo zoo la bella Marisol, turista spagnola. Con molto più disincanto ma divertendosi ugualmente, sette giorni su sette, dalle 9.30 alle 19.00 orario estivo, i visitatori del Bioparco di Roma potranno conoscere i duecento esemplari fra mammiferi, uccelli, rettili e anfibi provenienti dai cinque continenti, che vivono in ambienti molto simili agli originari. Gli animali si muovono all’interno di un’area che ospita una collezione botanica ricchissima e di rilievo, principalmente composta da specie mediterranee, che risale all’anno della fondazione dello zoo. Era il 1908 quando il Giardino Zoologico venne creato da un gruppo di finanziatori con obiettivi puramente ludici piuttosto che scientifici o educativi, ben dodici ettari inaugurati nel gennaio 1911. Oggi il Bioparco assume un ruolo fondamentale per garantire la conservazione degli animali in estinzione, studiare aspetti ignoti della loro vita e sensibilizzare bambini e adulti al rispetto della natura.

Magari agli animali non interessa nulla del fatto che gli scopi della loro prigionia siano cambiati e che dal gioco si sia passati alla scienza, ma anche i più scettici fra gli umani possono sempre sperare nel ritorno che l’esistenza dello zoo potrebbe procurare alla natura e alle specie in estinzione, sotto forma di maggiori conoscenze e di rispetto. E anche se la cattività e i problemi di manutenzione continuano a destare molte perplessità, non si può non essere rapiti dall’entusiasmo, dagli schiamazzi e dalla curiosità che altri esseri viventi, col nostro stesso diritto ad esistere, destano, facendoci scordare, per qualche ora, il tran tran quotidiano e le difficoltà tipicamente umane.

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