l’invasione degli ultratopi

13 agosto 2014 di: Rosanna Pirajno

In realtà sono topini, di campagna si dice per indicare animaletti da cartone animato tipo il Ratatouille della Pixar che li ha sdoganati, elevandoli a raffinati cucinieri da roditori delle nostre provviste che erano e sono. Mi sono ritrovata la casa invasa da segni inequivocabili di presenze aliene, mucchietti di minuscoli escrementi fra le lenzuola del cassetto, poi fettine di pane rosicchiate solo al centro, tracce di passaggi fulminei -eppure mai ombre fugaci hanno attraversato i nostri sguardi- un poco ovunque, in cucina, tra pentole e stoviglie, nella credenza, tra i giornali vecchi, nella cenere dimenticata della stufa, di nuovo nei cassetti ripuliti e sgrondati, una irrefrenabile invasione di ultratopini.

Partono le pulizie generali, figlie nipoti ospiti si tuffano su mensole ripiani cassetti stipi svuotati e disinfettati, possibili focolai all’aria, vecchie cose di affezione a giacere nel limbo che precede la discarica, e di questo che te ne fai e quest’altro è camulutu e quello è inutile ciarpame, accumuli di una vita escono di casa in processione nella certezza che il pifferaio magico Hamelin si trascinerà dietro anche gli invasori.

Inevitabile, arriva infine la questione: come sterminarli. Niente veleni, con due cagnolini per casa, trappole neppure per la stazza troppo minuscola dei roditori, e poi tane non se ne sono trovate, dove collocarle? Non restano che i cartoncini collosi da occultare in posti strategici, quelli che ci mette su una zampetta per addentare il cacio e l’incauto resta incollato a vita, hai voglia a squittire, non c’è libertà per chi invade gli spazi altrui, devi morire. E morirà.

Il guaio è che fra tre giorni andranno via tutti, per altri lidi vacanzieri. Resterò sola in casa, a temere gli inevitabili squittii degli incollati. Chiuderò casa in anticipo e andrò via, neppure quest’anno potrò bearmi di estenuate vacanze usticesi.

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