Questi incapaci dei ventenni
Durante il mio ultimo anno di vita da fuorisede a Palermo, mi è capitato di condividere l’appartamento, oltre che con altri studenti e studentesse ventenni come me, con un musicista trentenne.
Se all’inizio lui avrà probabilmente pensato di poter trarre vantaggi dalla convivenza con delle ragazze (persiste un certo stereotipo dell’universitaria come servizievole casalinga preparatrice di manicaretti), è diventato presto chiaro che l’affare l’avevamo fatto noi. Il tipo, ci siamo presto resi conto, sapeva infatti fare un mucchio di quelle cose che noi avremmo delegato a tecnici: sapeva riparare un lavello otturato o una presa, sistemare un forno malconcio o anche capire qual’era il guasto di un’auto o sbrigare pratiche burocratiche. Da lì è cominciata una scherzosa competizione domestica che vedeva contrapposto il più numeroso schieramento anni ’90 a quello anni ’80, competizione il cui esito era tristemente scontato, tanto che alla fine lui concludeva ridendo: “Se il futuro è in mano vostra, siamo messi male”.
Il problema non era tanto l’età, quanto la mancanza di quella capacità di improvvisare soluzioni ai problemi e gestire le situazioni che deriva dall’aver lavorato per diverso tempo, magari un lavoro stagionale, magari durante il liceo o l’università. Un’esperienza che, se era normale o comune per i nostri fratelli maggiori, oggi manca spesso al bagaglio dei ragazzi più giovani che decidono di proseguire gli studi.
Si dice sempre che i ragazzi sono pigri e non vogliono lavorare, eppure, al di là dei luoghi comuni, non è tutta colpa nostra. Lasciando da parte la gamma di opportunità lavorative sempre più ristretta, sono spesso i genitori a scoraggiare esperienze lavorative temporanee, forse per timore che queste distraggano i ragazzi dagli studi. Eppure, l’autonomia e la capacità gestionale che derivano da un’esperienza lavorativa sono insostituibili, e possono dare una marcia in più in ogni circostanza. Anche all’università.
Arti e mestieri… simpatico questo musicista che si improvvisa artigiano riparatore! Sono una persona un po’ più avanti negli anni e mi è sempre piaciuto dedicarmi anche al lavoro manuale. Riuscire a risolvere piccoli problemi domestici e cavarsela da soli dà soddisfazione ed aiuta ad evitare “costosi” interventi esterni. Lo studio e l’attività intellettuale si possono ben armonizzare con l’arte del “saper fare”. Un incoraggiamento !!!