“Eterologa, le Regioni vanno in ordine sparso. E sul ticket si rischia il “turismo sanitario” dal l’Espresso del 23\9\14
“…I dubbi sono tanti: le donne infertili di età inferiore ai 43 anni (limite che da diritto al rimborso) dovranno versare un contributo come succede per altre prestazioni? Le Asl possono regolarsi diversamente? Il costo maggiore, circa tremila euro, lo sosterranno le regioni in attesa di un fondo nazionale del ministero?
«Così si rischia il far west a danno dei cittadini: serve una legge nazionale e ticket che non si discostino troppo da una regione all’altra», commenta Basilio Tiso, direttore medico del Policlinico di Milano.
In questo limbo, in attesa di una legge nazionale, i governatori si sono mossi in ordine sparso. Con approcci diversi. Il presidente lombardo Roberto Maroni ha scelto la linea dura: «Finché non ci sarà una legge del Parlamento non posso e non voglio considerare la fecondazione eterologa nei livelli essenziali di assistenza. A tutela delle risorse pubbliche della Regione e quindi dei soldi cittadini, è giusto che chi vuole ottenere questa prestazione la paghi».
Risultato? La giunta leghista ha stabilito che tutti i costi dell’intervento, almeno tremila euro, saranno a carico della coppia, mentre superato il Po cambia tutto. Così per una coppia cremonese tentare la strada della fecondazione eterologa nella vicina Emilia potrebbe essere un affare: nessun costo aggiuntivo, solo la spesa per gli esami diagnostici e di idoneità. Da Parma in giù si vorrebbe puntare sul ticket free.
La giungla dell’eterologa è tutta qui: da una regione all’altra, nonostante le riunioni plenarie di tecnici e assessori, si va in ordine sparso. Con il rischio del “turismo sanitario”….”