“RISCALDAMENTO CLIMATICO E CAPITALE PUBBLICO” dal libro “ Il Capitale del XXI secolo”
“…In effetti, nel pubblico confronto, soprattutto in Europa, ma anche in Cina o negli Stati Uniti, si sente sempre più parlare della necessità di lanciare un vasto programma di investimenti finalizzato alla scoperta di nuove tecnologie non inquinanti e di fonti di energia rinnovabili abbastanza copiose da poter fare a meno degli idrocarburi. Si tratta di un dibattito, sul “rilancio ecologico”, oggi molto intenso in particolare sulla scena europea, per la semplice ragione che si vede una possibile via d’uscita dall’attuale marasma economico. E si tratta di una strategia molto più attraente in quanto il tasso d’interesse sul quale molti Stati regolano i loro prestiti è oggi estremamente basso. Se gli investitori privati non sanno più come spendere e investire, perché il potere pubblico non dovrebbe investire sul futuro, evitando così un probabile degrado del capitale naturale? È uno dei maggiori temi di confronto per il domani. Anziché preoccuparsi del debito pubblico (che è assai inferiore ai patrimoni privati, e che in sostanza si può cancellare abbastanza facilmente), è ben più urgente preoccuparsi di accrescere il nostro capitale di conoscenze ed evitare il degrado del capitale naturale. Ed è un tema molto più serio e arduo di altri, perché non è sufficiente un colpo di penna (o un’imposta sul capitale, che è lo stesso) per far sparire l’effetto serra…”