chi ha paura dei siciliani?

10 settembre 2014 di: Marina Gasperini

Ho un’amica che ha realizzato il sogno della sua vita, è partita su di un cargo per un lungo viaggio, che l’ha portata fino in Nuova Caledonia. Un amico è andato in Estremo Oriente, altri in America del Sud. Altri in America del Nord. Qualcuno in Africa. Nessuno di loro, è mai stato in Sicilia. Perché?

La risposta più immediata è «perché c’è la mafia». C’è chi articola di più: «perché si rischia di essere derubati»; «perché non ci sono strutture turistiche efficienti»; «perché d’estate fa troppo caldo». Cosa controbattere a tali superficiali giudizi, anzi pre-giudizi? Rispondendo che i siciliani sono calorosi, accoglienti, pronti ad aiutare ed informare i loro ospiti? Che per strada ci sono meno scippi che nelle grandi metropoli, come Londra, Parigi, Berlino? Che nei paesi che attirano oggi i turisti forse non c’è la mafia, ma incombe lo spettro del terrorismo e si possono udire gli spari delle guerre vicine? Che il caldo è più sopportabile che nei paesi tropicali? No, non credo sia utile confutare con argomenti razionali affermazioni irrazionali, basate su stereotipi obsoleti.

Si potrebbe forse tentare un approccio psicanalitico e assimilare questa sorta di diffidenza verso la Sicilia, alla paura di trovarsi confrontati alle mancanze storiche del governo italiano, che dal fallimento del Risorgimento nel Mezzogiorno a tutt’oggi, non solo ha lasciato campo libero alla mafia, ma ne ha approfittato per trovare sostegno alle proprie nefandezze.

In effetti, chi si reca in Sicilia, accanto alle meraviglie artistiche, culturali, paesaggistiche, trova edifici in rovina, giovani senza lavoro, fabbriche chiuse e siti turistici non valorizzati. Non è solo colpa dei siciliani, però, come sarebbe più comodo pensare, perché i governi che hanno portato al degrado di questa magnifica isola sono stati votati da tutti gli italiani.

La “questione meridionale” è ancora terribilmente d’attualità, anche se i media preferiscono raccontarci la guerra in Ucraina.

4 commenti su questo articolo:

  1. Simona mafai scrive:

    Ma sono stati votati, ed anche in misura clamorosamente maggioritaria, dai siciliani…E’ stato scritto che è una patologia dei nostri tempi, quella di considerarci tutti innocenti!

    • Marina Gasperini scrive:

      Roberto Alajmo , in “Palermo è una cipollla”, ipotizza che i palermitani abbiano nel cervello un tasto “reset”, per cui nelle loro mente non rimane traccia delle promesse e delle delusioni subite. Un tasto che premono prima di ogni turno elettorale.
      Solo così si può spiegare l’ autolesionismo che da sempre caratterizza le loro scelte elettorali.

  2. luigi scrive:

    Quanto ho letto sino ad ora su questo Web dimostra soltanto che la mamma dei cretini è sempre incinta.

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