Chi tira i fili di Totò Riina?
Sono fermamente allergica alle dietrologie, che piacciono molto ai giornalisti ed anche ad alcuni politici. .
Tuttavia oggi devo dire che le dichiarazioni “rubate” al capomafia Totò Riina, mi lasciano alquanto perplessa.
Punto primo: queste registrazioni, raccolte nel penitenziario di Opera, dove Riina sconta l’ergastolo in regime di 41 bis, sono sorprendentemente efficienti. Recepiscono con estrema precisione parole dette (non urlate) ad un altro condannato, il pugliese Alberto Lo Russo, mentre i due passeggiano in cortile. Un’efficienza strabiliante….a meno che il registratore non fosse in tasca al compagno di passeggiate.
Punto secondo: con quale criterio e secondo quali cadenze i brani di queste conversazioni vengono trasmessi alla stampa? In questi giorni è stata diffusa la minaccia espressa da Riina nei confronti di Don Ciotti. Le parole furono pronunciate e raccolte nel settembre del 2013. Un anno fa! Legittima la reazione di Don Ciotti: “Potevano almeno mettermi in guardia!”.
Chi ha il testo di tutte le registrazioni fatte al Carcere di Opera, e chi – e con quali criteri– le fa conoscere col contagocce (un “intelligente” contagocce)? Abbiamo saputo, l’anno scorso, che Riina auspicava (o programmava?) l’assassinio del giudice Di Matteo. Da qui clamorose indignazioni e assunzione di speciali misure di sicurezza nei confronti del Magistrato. Ma da quanto tempo erano state registrate queste minacce, e perché non si era già intervenuti?
Qualche settimana fa, sono state rivelate antiche confidenze di Riina nei confronti di un suo incontro con Andreotti. Pochi giorni dopo ne viene diffusa un’altra ( “sussurrata” da Riina , ci informano i giornali, mentre pedalava sulla cyclette!!): “Berlusconi ci dava 150 milioni ogni due mesi”. Oggi si fanno conoscere le minacce a Don Ciotti.. E domani?
Mi domando: le conversazioni tra Riina e gli altri ergastolani continuano ad essere registrate? ? A sua completa insaputa, o con un sapiente tacito assenso? Chi possiede il testo completo di tutte le registrazioni? Chi ne centellina la diffusione? Secondo quale disegno?
Saggiamente Franco Roberti, procuratore nazionale antimafia, si è rifiutato di commentare le ultime rivelazioni, dicendo: “Non faccio da cassa di risonanza di Riina”.
Nell’ormai molto lontano ‘68, denunciammo la cosiddetta “manipolazione delle coscienze”…Forse sarebbe il caso che ricominciassimo a parlarne ed analizzare la manipolazione mediatica delle informazioni, che nel caso di Riina, per esempio, sembrano essere distillate secondo un preciso disegno. Sarebbe interessante capire quale.