i sogni della belle èpoque nella mostra di Corcos a Padova

12 settembre 2014 di: Rita Annaloro

Chissà cosa pensava Maria Josè quando posava per un pittore così rinomato come Corcos, che aveva omaggiato tante donne, belle o che gli chiedevano di esserlo, almeno nella magia di un ritratto. «Le sue belle fanciulle, le sue fulgide dame, le sue donne ridenti sono ormai tante che possono popolare un olimpo…» scriveva un giornalista sull’Illustrazione Italiana, anche se a ben guardare i molti ritratti presenti nella mostra di Palazzo Zabarella della Fondazione Bano a Padova, queste nostre antenate belle e a volte fulgide, comeil famoso soprano Emma Cavalieri, proprio ridenti non sembrano, neanche quando indossano un abito elegante (1886) o un orecchino di perla (1884) di veermeriana memoria. In questo caso, però, non è il ritratto di una servetta emozionata, ma una giovane donna consapevole delle sue attrattive, come la Vergine Moderna (1886) o le varie contesse e principesse di cui ammiriamo i ritratti.

Sono in posa per piacere, come d’altronde la pittura delicata e sofisticata di Corcos, che fa sbocciare i loro volti come fiori da un vaso, attento più all’espressione dei volti che alle pieghe degli abiti. Le atmosfere sognanti in cui sono immerse sia le borghesi che le dame aristocratiche sono tenui e serene come nei quadri en plein air che andavano di moda nella Parigi fin de siécle che aveva spalancato al pittore i suoi salons e, grazie all’amicizia con De Nittis, lo aveva accettato nel bel mondo degli intellettuali che contano. Nella carrellata di quadri presenti alla mostra, non mancano i ritratti di personaggi influenti come Emilio Treves, Mascagni, Carducci, oltre al famoso ritratto postumo di Garibaldi, ma anche quelli degli amici Jack La Bolina o Yorick immortalato a passeggio lungo un muro dove affiorano dei  graffiti dell’epoca, uno dei pochi dettagli realistici della mostra.

E’ nei quadri meno mondani, però, come il ritratto della moglie o il chiacchieratissimo Sogni (1896), prestito della galleria d’Arte Moderna di Roma, che si rivela la profonda maestria di Corcos nel cogliere il cambiamento della sensibilità femminile che si affermerà nel Novecento. Elena Vecchi, che come altre donne del suo tempo ama leggere, ci guarda consapevole delle contraddizioni del suo tempo, qualcuno disse con sfida, sicché la famiglia si affrettò a far togliere dalla circolazione tutte le cartoline con quell’immagine, che avrebbero potuto far allontanare eventuali pretendenti. Chissà quali erano i suoi sogni, o meglio i suoi pensieri e chissà se le sue pronipoti oggi avrebbero gli stessi occhi.

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