Quello che cambia, e quello che non cambia
L’arresto in Vaticano di un ex-arcivescovo per reato di pedofilia, e la prosecuzione di indagini e condanne di altre eminenti personalità della gerarchia ecclesiale, è un fatto radicalmente nuovo, che va segnalato nella smilza colonna dei cambiamenti positivi del nuovo secolo. Un particolare mi piace sottolineare. Papa Francesco aveva insediato alla fine dello scorso anno una “Commissione per la tutela dei minori”, chiamando a farvi parte anche una donna, Marie Collins, , irlandese, che a 13 anni fu vittima di abusi sessuali da parte di un sacerdote. Intervistata in questi giorni, Marie ha dichiarato tra l’altro: “Non ho sofferto soltanto per gli abusi, ma anche per le coperture che alcune gerarchie della Chiesa diedero al mio molestatore…Sento davvero che nella Chiesa qualcosa sta cambiando e cambierà” (Repubblica, 26.9.). La presenza di donne in diverse Commissioni del Vaticano è un’altra novità portata da Papa Francesco (ed è anche frutto indiretto del pensiero e dei movimenti femminili di tutto il mondo). Per qualcosa cha cambia, vi sono tante cose che invece non solo non cambiano, ma – riesumate da un passato oscuro – riappaiono con un volto crudele e spietato. Comportamenti ed atti che azzerano lunghi e faticosi percorsi di civiltà (percorsi plurimi, certamente; non solo occidentali!) che nel tempo hanno fatto avanzare, pur con contraddizioni e limiti, concetti universali di rispetto della persona umana. A questi concetti dobbiamo restare fedeli sempre, anche nella desolazione che ci coglie di fronte alle atrocità di questi giorni: esseri umani usati e massacrati in pubblico come strumenti di vendetta e ricatto.