spose bambine e regole adottate dalle Nazioni unite

22 settembre 2014 di: GIORGIA BUTERA

In occasione della giornata sul tema delle spose bambine organizzata da Onu Italia, Sono Bambina, Non Sposa, che si terrà il 22 Settembre 2014, chi scrive – insieme ad Alessandra Lucca, Valentini Polini e Federica Simeoli – manifesta la volontà di promuovere una campagna di sensibilizzazione, in ogni contesto possibile, partendo dal sistema scolastico. L’Italia è dalla parte delle spose bambine: vittime di una violazione dei diritti umani che ne limita l’istruzione e provoca danni alla loro salute fisica ed emotiva. È una priorità dell’agenda italiana all’Onu, come è stato sottolineato dalla Rappresentanza Permanente alle Nazioni Unite nel corso di un evento ad hoc organizzato al Palazzo di vetro.

L’Italia organizzerà su questo tema un evento di alto livello il prossimo 22 Settembre, a margine dei lavori dell’Assemblea generale Onu. I matrimoni precoci e spesso forzati trovano profonde radici negli squilibri di potere tra donne e uomini, in stereotipi e leggi che rispecchiano l’idea che la donna debba ricoprire un ruolo sociale e familiare subalterno, regolato da modelli patriarcali, sul consenso al controllo sociale sul corpo e sulle scelte sessuali delle donne.

Nel 2013 nei Paesi in via di sviluppo una bambina ogni 3 si sposa prima dei 18 anni, 1 su 9 è costretta a sposarsi addirittura prima dei 15. Le bambine prive di istruzione hanno il triplo di probabilità in più di sposarsi prima dei 18 anni, rispetto a quelle con livello di istruzione secondario o più alto. Nei 4 Paesi in cui i matrimoni precoci sono più diffusi – Niger, Chad, Bangladesh e Guinea – oltre il 60% delle ragazzine prima dei 18 anni è sposata. Le figlie di madri giovani analfabete hanno la più altra probabilità di abbandonare la scuola, sposarsi giovani e ricadere nella povertà. Stiamo assistendo al fenomeno di spose bambine dell’età di 8anni.

Circa 70 milioni di donne nel mondo in via di sviluppo (esclusa Cina) tra i 20 e i 24 anni, oltre una su tre, si sono sposate prima dei 18 anni. Se la tendenza attuale proseguirà, entro il 2020, 142 milioni di bambine si sposeranno prima di aver compiuto 18 anni. Parliamo di 14,2 milioni di bambine sposate ogni anno, vale a dire 37.000 ogni giorno. Almeno 50 mila ragazze tra i 15 e i 19 anni muoiono a causa di complicazioni durante la gravidanza e il parto. Inoltre, se una madre ha meno di 18 anni, il rischio che il suo bambino muoia nel primo anno di vita è del 60% più alto di uno nato da donna che ha superato i 19 anni. Si calcola che ogni giorno, nei paesi in via di sviluppo, circa 20 mila ragazze sotto i 18 anni partoriscano, ossia 7,3 milioni all’anno. Di queste circa 2 milioni hanno meno di 15 anni. Se si includono tutte le gravidanze, anche quelle che non arrivano al parto, il numero è molto più alto. Perché il corpo di una bambina non è pronto ad affrontare uno sforzo simile. Così, ogni anno muoiono 70 mila adolescenti per complicanze legate alla gravidanza, e sono 3,2 milioni gli aborti a rischio. Il 95% delle nascite da madri adolescenti si verifica nei paesi in via di sviluppo, dove d’altronde si concentra l’88% di tutta la popolazione adolescente. Ma anche nei paesi cosiddetti sviluppati capita alle ragazze di rimanere incinte: ci sono 680 mila adolescenti madri ogni anno, la metà delle quali negli Stati Uniti. Il matrimonio forzato è quello in cui una o entrambe le persone coinvolte devono unirsi contro la propria volontà. Secondo l’articolo 16 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, è innanzitutto una violazione dei diritti umani. Il citato articolo recita: «Il matrimonio potrà essere concluso solo con il libero e pieno consenso dei futuri sposi», concetto ribadito in sede Onu anche dalla Convenzione per l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW) e dalla Convenzione sul consenso al matrimonio,  che stabilisce l’età minima per il matrimonio e la registrazione (CCM) ed è stata adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 7 novembre 1962. Quest’ultima al primo punto stabilisce: «Non verrà contratto legalmente alcun matrimonio senza il pieno e libero consenso dei partner». Una campagna fondata su questi principi e queste conoscenze sono sicura interesserà tante donne, anche occidentali.

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