A che punto siamo con la parità di genere? da “D-la Repubblica” del 27 10 14

27 ottobre 2014 di: Tiziana Moriconi

Violence Against Women: a che punto siamo con le leggi? Più forma che contenuti, mentre pregiudizi e lentezza burocratica impediscono troppo spesso alle donne sopravvissute alla violenza maschile di accedere alla giustizia. “Il primo Piano nazionale contro la violenza e lo stalking è stato adottato nel 2010 ed è scaduto a novembre 2013. Tale Piano era privo di azioni strutturali e non ha ricevuto applicazione, non è stato effettuato alcun monitoraggio da parte del Governo né è stata prevista la partecipazione di realtà di associazioni indipendenti esperte in VAW”, si legge nel rapporto. Che solleva critiche anche sulla legge 119/13 per il Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere: “Il carattere ’straordinario’ non è coerente con la natura strutturale della questione della violenza maschile. È criticabile anche la distinzione tra violenza sessuale e violenza di genere, che tradisce l’assenza di consapevolezza sul fenomeno”.

Si denuncia la mancanza di una legge organica nazionale, della definizione esatta di Centro anti-violenza e degli standard minimi dei servizi di supporto per le vittime. Ancora: “I lavori avviati e non terminati della Task Force interministeriale contro la violenza alle donne durante il governo Letta non sono stati ripresi dal Governo Renzi”. E sebbene 20 regioni abbiano approvato leggi sulla violenza contro le donne, alcune di queste si sono limitate a promuovere l’istituzione di Centri antiviolenza, altre hanno esteso la possibilità d’intervento a enti esterni, che però non hanno una competenza specifica di genere. Infine, “quasi tutte le leggi regionali sono finanziate, ma in modo insufficiente”.

La scuola senza cultura di genere: Lo aveva chiesto anche l’Organizzazione mondiale della sanità: dovremmo garantire nel sistema scolastico, pubblico e privato, l’educazione sessuale in collaborazione con i consultori pubblici “come educazione alla conoscenza del proprio corpo, della sessualità come attività integralmente umana che riguarda il corpo, ma anche le emozioni e le relazioni, per i bambini e gli adolescenti”. Invece si fa ancora fatica. Come si fa fatica a parlare nelle scuole di differenza di genere, di accettazione e rispetto dei diversi orientamenti sessuali, contrastando gli stereotipi: “Al momento, nessun approccio programmatico e sistematico è stato attuato, ma solo interventi sporadici e a macchia di leopardo. Gli episodi sempre crescenti di bullismo e violenza contro le ragazze e tra le ragazze e di violenza sui social media ne sono il sintomo”.

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