lei non sa chi ero io!
Scandali: ieri, oggi, domani. Non sembra esserci scampo per la nostra Italia: i nostri politici sono destinati a cadere sempre negli stessi errori. Gli scandali e i privilegi gratuiti si ripetono a ciclo continuo sin dagli albori della Repubblica. E’ ciò che emerge purtroppo dalla pubblicazione, da poco presentata alla libreria Modusvivendi, del giornalista palermitano che vive e lavora a Milano, Filippo Maria Battaglia, Lei non sa chi ero io! La nascita della Casta in Italia, edita da Bollati Boringhieri. Giornalista di esperienza nonostante la giovane età, nel suo breve saggio a ritroso nel tempo analizza lo svolgersi della attività politica delle prime tre legislature della Repubblica per scoprire se qualcosa accomuna oggi a ieri, o se il malcostume, gli scandali, i privilegi dei politici siano un male solo di questi tempi.
Vediamo così nell’ormai lontano 1946 i primi deputati arrivare alla Camera spaesati, con pochi soldi e mal messi. Alcuni sono costretti ad alloggiare in pensioni di serie B e ad andare per i pasti alla mensa pubblica. Ma tanta austerità durerà ben poco dato che tra aumenti di stipendio, finte consulenze, soldi dello Stato che finiscono nelle loro tasche, gli onorevoli delle prime legislature sono già in nuce la Casta che oggi ammorba la politica italiana. Così, nei primi vent’anni della Repubblica assistiamo non solo ad appalti truccati, corruzione, concussioni, ecc. ma anche ai primi scandali sessuali che continueranno fino ai giorni nostri. Se oggi abbiamo Ruby spacciata per nipote di Mubarak, le escort ancora sovvenzionate fino a qualche mese fa dal loro benefattore Silvio Berlusconi, il bunga bunga, agli albori della Repubblica troviamo il caso Montesi targato 1953. Come ricorderà chi ha qualche anno in più della sottoscritta, tutto cominciò in sordina con il presunto suicidio della giovane e bella Wilma Montesi per tramutarsi ben presto in notizia da prima pagina quando saltarono fuori i festini della Roma bene a base di alcol, droghe e sesso a volontà.
Nel 1962 troviamo il caso Mattei: un buco nero nella storia italiana. Fanno intanto capolino nell’agone politico nomi che segneranno con la loro presenza gli anni a venire. Uno tra tutti: Giulio Andreotti, da sempre ammanigliato con le gerarchie ecclesiastiche e non solo. Don Sturzo tuona contro il malcostume politico ma è una voce che grida nel deserto. Non si salva neppure il Colle. Sotto la presidenza Gronchi pare che da una porticina segreta entrassero al Quirinale le discutibili “amicizie” femminili del Presidente. Non mancano neppure i siparietti di una Italietta ipocrita e bigotta. Un esempio? Il trentenne Oscar Luigi Scalfaro che impone gridando alla signora Edith Mingoni di coprirsi, considerando oscena la scollatura della malcapitata. E dopo lo scandalo Trabucchi (l’accusa era di aver ricavato notevoli utili dalla concessione di alcune licenze per l’importazione del tabacco messicano) Aldo Moro tuona: «La nostra classe politica è profondamente onesta. La fibra è buona e non merita la sfiducia del Paese». Questa classe politica, la Casta, tanto strenuamente difesa da Moro è passata indenne attraverso scandali di ogni tipo e ancora oggi pretende impunità e privilegi, perché cambiano i nomi ma i vizi restano.
Come non ricordare la “questione morale” di berlingueriana memoria ?