Novità e paure
Che la situazione politica, nazionale e mondiale, sia non solo confusa, ma percorsa da pericoli per la pace e la democrazia, non ci sono dubbi. Tuttavia non voglio farmi assorbire nel vortice (diffuso) di pessimismo e senso di sconfitta.
Il male esiste, e può sempre piombarci addosso. In periodi recenti l’umanità è stata travolta da una violenza cieca, dalla quale con molta fatica si è risollevata. Né oggi si possono escludere prospettive luttuose per il mondo e per noi: basta riflettere sul conflitto in Medio Oriente e le sue minacciose diramazioni.
Non condivido però il giudizio complessivamente negativo sulla situazione italiana. Certo, perdura la crisi economica, e le misure per superarla appaiono confuse e scarsamente (finora) efficienti; si registrano incontri sorprendenti tra forze politiche fino a ieri opposte; sono saltati schemi e confini cui ci si è affidati per anni; si stanno affermando una nuova classe di governo e un leader politico fino a ieri quasi sconosciuti.
Se si volevano delle novità, ce ne sono in abbondanza!.
Ovvia quindi un po’ di preoccupazione,
Circola insistente la domanda : “ Ma gli atti di questo governo sono di destra o di sinistra?”.
Non è facile rispondere, ma ci tento.. “Destra” e “sinistra” non sono categorie eterne, entro cui infilare e definire tutti gli eventi che accadono e che accadranno. Certamente fare “cose di sinistra” significa difendere lavoratori e lavoratrici; ma basta questo punto di partenza per affrontare i problemi di tutta la nostra complessa società e ridisegnarla? E’ da un pezzo che siamo di fronte a fatti che sfuggono alle definizioni del passato. Si lavora in modo nuovo, più frazionato e mobile. Scoperte scientifiche inimmaginabili hanno cambiato relazioni essenziali tra gli esseri umani e modificato caratteri fondanti la vita della comunità. I limiti della vita sono cambiati. E’ riemerso il peso delle religioni, anche di quelle ritenute moribonde. Si sono formate nuove entità nazionali. La difesa della natura e dell’ambiente ha acquistato una valenza primaria.
I metri di ieri (o addirittura dell’altro ieri) non sono più adeguati a misurare le nuove problematiche, ed a collocarle dentro una precostituita scala di valori: “destra” o “sinistra”, appunto. Prendiamone, anche amaramente, atto. La nostalgia del passato (passato che, non dimentichiamolo ha anche visto un paio di rivoluzioni “di sinistra” fallite) può diventare una sorta di “coperta di Linus”. Guardiamo con più attenzione gli eventi di oggi; analizziamoli senza pregiudizi; tentiamo di dare loro risposte valide, che non sono sempre – anzi, quasi mai – la riproduzione di situazioni passate; e che vanno invece cercate al di là di formule antiche, molto amate, ma forse oggi poco significanti. Per quanto mi riguarda, io mi sento di dare il nome di “sinistra” ad ogni azione o provvedimento che assicuri la salvaguardia della la pace e cerchi di assicurare più libertà e benessere agli esseri umani, tutti.
Il discrimine della lotta di classe, che ha dominato metà dell’800 e tutto il secolo scorso, non mi determina più.
condivido la tua posizione, Simona, confusione compresa!