Test ingresso Medicina, per insegnare bisogna commettere reato? da “Il fatto quotidiano”del 29 10 14

29 ottobre 2014 di: Andrea Bellelli

I Tribunali Amministrativi non si sono preoccupati del fatto che il riconoscimento del diritto dei ricorrenti andava a violare la legge che istituisce il numero chiuso: la legge non aveva fatto ricorso e in Italia chi non fa ricorso ha sempre torto. Avrebbero potuto deliberare la ripetizione del concorso; avrebbero potuto accordare ai ricorrenti un risarcimento dal Miur; invece hanno ammesso (provvisoriamente) tutti. Attualmente in moltissime sedi gli studenti iscritti eccedono la capienza delle aule disponibili e questo viola le disposizioni di legge sulla sicurezza dei luoghi di lavoro: il docente dovrebbe interrompere le lezioni e segnalare il caso all’autorità competente. Se i docenti facessero il loro dovere il sistema sarebbe già paralizzato; ma i docenti sono restii a prendere una posizione così drastica, che, coi tempi dell’amministrazione pubblica si risolverebbe in un grave danno per gli studenti.

È evidente che per mantenere in funzione i Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia una norma di legge deve essere violata. Di certo il docente non può violare le norme sulla sicurezza dei luoghi di lavoro e ammettere in aula studenti in numero superiore a quello per il quale l’aula è certificata: la normativa di sicurezza è penale e le violazioni sono reati…

In conclusione: dopo anni di garantismo sui diritti (più ricorsi per tutti) e tagli di risorse (meno docenti per tutti) siamo arrivati al punto in cui i docenti, per poter svolgere il proprio dovere, devono violare norme di legge e possono scegliere quali norme è meno grave violare.

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