L’amaca di Michele Serra da La Repubblica del 7 11 2014
Così come l’asfalto va riparato o rifatto, l’intonaco di quando in quando ripreso, il legno nutrito e trattato, l’argine ha bisogno di essere controllato e risistemato. La parola “#manutenzione” dice tutto, è antica e modernissima al tempo stesso, nelle sue vaste competenze rientrano la vanga come il computer, il piccone come la telecamera. Riguarda ogni manufatto umano, dalla casa più umile al ponte più ardito niente può reggere a lungo senza la manutenzione, ovvero la cura dell’uomo sull’ambiente nel quale vive, sia esso naturale o artificiale. Bisognerebbe domandarsi, ma davvero, sulla base di quale patologia culturale, politica, economica si è via via perduta una così elementare cognizione, che appartiene agli individui così come alla collettività: se l’argine è ben mantenuto regge alla piena, se no si squarcia e arriva l’alluvione.
Se il terrazzamento viene rappezzato, i campi sono ben drenati, i passaggi delle acque sono mantenuti pervi, la montagna non frana, o frana assai meno. Non servono direttive europee, algoritmi economici, raffinatezze tattiche o strategiche, per capirlo: lo capisce anche un bambino. Ripeto, dunque, che l’abbandono a se stesso del territorio italiano, se non per depredarlo o spiaccicarci tsopra altro cemento, è gravemente patologico. Siamo malati, ci serve una diagnosi, la cura sarà di conseguenza.