mostre a Padova, e i giovani artisti?
Se venite a Padova in questi giorni ed amate l’arte, non fermatevi solo alla Cappella degli Scrovegni o a Palazzo Zabarella per vedere la mostra di Corcos: fra le diverse iniziative in corso sono da segnalare la mostra, appena inaugurata alla Galleria di Paola Bicego, di Toni Stefanoni, artista che ha saputo evolvere la sua poetica del quotidiano dalle provocazioni degli anni ’70 ai nitidi paesaggi onirici del 2009 , quella emblematica di Antonio Ievolella, le cui maxi-statue di ferro invaderanno Padova fino al 11 gennaio, curata da Virginia Baradel e la terza edizione della collettiva Artisti al Muro, patrocinata dal comune di Padova ed organizzata da Maria Stefanelli.
Tanti i nomi di donne fra le autrici delle opere selezionate, così come donne sono molte curatrici o responsabili di Gallerie d’Arte di qualità, come Biosphera o Anna Breda, donne spesso non più giovani anagraficamente parlando, ma dallo spirito fresco e coraggioso che parla in quello che fanno, dalla rete stesa tra due palazzi a raccogliere trucioli di umanità di Simonetta Giacometti alle sagome scure di Erica Brazzo che saltano in una stanza, Debite segregate nel Palazzo della Ragione. Ci stupiscono queste opere appese in vari angoli della città, ci vengono incontro senza pretese, imponendosi alla nostra quotidiana attenzione quasi con indifferenza, solo con un cartellino che segnala un percorso e un’ubicazione, spingendoci a cercarle, quasi come in una caccia al tesoro, per cogliere il loro prezioso messaggio, spesso ironico come nell’Inginocchiatoio di Federico Soffiato, poggiato per strada accanto ad una gioielleria, o elegante e complesso come nel telo della Signora delle Erbe di Luisa Contarello, appeso tra le vetrine della libreria La forma del Libro in via XX Settembre o metaforico legame tra passato e futuro nella trasparente Polena di Carlo Bettin sul Ponte delle Torricelle. Anche l’autoritratto di Virgilio Barison appeso sul muro del Monte di Pietà in Piazza dei Signori ci racconta i travagli di un’artista, anche lui non più giovane, ma consapevole della sua storia. La consapevolezza viene dalla maturità, si potrebbe pensare, e quindi non è strano che la maggior parte degli Artisti al Muro abbiano superato la cinquantina. Ma le idee ardite o dissacratorie dovrebbero appartenere ai giovani, che pure sembrano non comparire nel panorama cittadino, nonostante le iniziative si moltiplichino e i responsabili degli allestimenti siano sempre rintracciabili. Sarà la loro un’indifferenza esistenziale, un fertile letargo culturale o siamo arrivati alla soppressione di qualsiasi espressione artistica pre-tecnologica?