sentenza Cucchi, nessun colpevole

4 novembre 2014 di: Ornella Papitto

L’emozione arriva direttamente allo stomaco. Sentenza Cucchi. Nessun responsabile. Nessun reato. Nessuna pena. Rimane in terra, la Giustizia italiana. Più di un dito medio alzato in direzione di chi chiedeva una sentenza obiettiva. Persone balorde pronte a offendere chi ha subito un torto, attraverso il simbolo del dito medio alzato. Simbolo dei nostri tempi balordi. La Giustizia non è ancora entrata nelle nostre aule giudiziarie. Ha vinto il giustizialismo. Quello spicciolo, che si nutre di meschini pensieri personali di giustizia sommaria, si nutre di indifferenza, si nutre di irresponsabilità. Il torto subito dalla famiglia Cucchi è un torto compiuto dalla Giustizia italiana.

Quel ragazzo, sebbene colpevole, anche di una colpa inusitata, aveva il diritto di essere giudicato dalla Giustizia. Non ci è arrivato. È stato fermato prima, dall’azione giustizialista dei molti che lo hanno incontrato nel suo percorso di morte. C’è chi lo ha massacrato, c’è chi non lo ha curato, c’è chi ha girato il volto dall’altra parte. Questa sentenza è la dichiarazione di morte della Giustizia italiana. Più persone hanno impedito il suo corso e tutti sono stati dichiarati non colpevoli. È la legge del “branco”: tutti colpevoli, nessun colpevole. Non sono state individuate le quote di responsabilità, forse troppo difficile?

Ogni operatore di quegli enti pubblici ha la sua responsabilità. Operatori che noi paghiamo con le nostre tasse. Operatori non si sono presi cura e neanche hanno curato Cucchi. Nessuno di noi è più al sicuro tra le maglie della giustizia e della sanità. Perché ognuno di loro può decidere se massacrare e se non curare chi non rientra tra categorie da loro prestabilite. È morto Cucchi. È morta la Giustizia in Italia. Novembre, mese dei morti che ritornano con i doni. Cosa dovrebbe portarci Cucchi? Un pizzico di Giustizia in più.

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