Buon anno con Cuba!
No, non possiamo andare tutte e tutti a Cuba il 31 dicembre, anche se, come si dice (io non l’ho mai visitata) ci sono paesaggi splendidi e spiagge tra le più belle del mondo. Ma andiamoci con il pensiero per gioire di un evento di pace e di speranza che porta un po’ di luce in un mondo cupo, preda di divisioni di ogni tipo, teatro di violenze e di stragi che ripetono, e a volte superano, gli orrori del passato .
Con coraggio e buona volontà due nazioni (per ora i capi dei rispettivi governi) hanno fatto cadere anatemi e catene, e si avviano a tessere reciproci rapporti economici e culturali.
Il primo messaggio che emerge da tale evento è che le cose possono cambiare: condanne, esclusioni, vendette non sono eterne.
Il secondo è che bisogna dare fiducia a chi cerca di tessere, in tempi di guerra, trame di pace. Non si tratta di esaltati ed ingenui; tanto meno di pavidi e traditori.
E ciò potrebbe valere anche per altre regioni del mondo, lontanissime da Cuba.
Non che d’ora in poi tutto sarà rose e fiori per Cuba e gli Stati Uniti. Molti contenziosi sono ancora aperti, e non mancano – dall’una e dall’altra parte – affezionati ai conflitti del passato, cui la pace rischia di togliere qualche rendita di posizione. Gli uni in nome di un orizzonte socialista, gli altri in difesa di un sistema politico “occidentale”, incardinato (così si qualifica) sui diritti personali di libertà. Può anche essere che gli uni e gli altri abbiano un pizzico di ragione, ma nel momento in cui criticano l’evento avviato, e vi si oppongono, si affermano solo come incorreggibili e pericolosi conservatori.
Auguri dunque per il 2015 , a Cuba ed al mondo.
Allo scoccare della mezzanotte, troviamoci con il pensiero sulle terrazze dell’Avana, e brindiamo alla pace e agli imprevedibili (e forse a volte felici) sviluppi della storia.