oltre il 25 novembre

3 dicembre 2014 di: Federica Aluzzo

In occasione della ricorrenza del 25 novembre, data designata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite come giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Palermo è stata animata da tantissime iniziative tra conferenze e spettacoli, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema. il Consiglio Comunale di Palermo ha approvato all’unanimità un Ordine del giorno da me proposto e condiviso dalle consigliere comunali presenti, dopo un lungo confronto con alcune associazioni (Coordinamento 21 luglio) e singole donne che nel territorio si occupano di politiche femminili, con l’obiettivo di dare un indirizzo programmatico all’amministrazione che vada ben oltre il 25 novembre, ma veda un impegno costante e quotidiano. Il fenomeno della violenza, infatti, è drammaticamente in crescita mentre le risorse economiche, in seguito ai tagli statali e regionali, vanno diminuendo rischiando di compromettere l’esistenza stessa di realtà come i centri antiviolenza ed i servizi che si occupano di accogliere, proteggere ed indirizzare le donne che subiscono abusi. Proprio per questo le consigliere hanno ritenuto opportuno dedicare un momento istituzionale a proporre un’idea progettuale che, come suggerito dalla Convenzione di Istanbul, impegni l’amministrazione sui tre pilastri che servono ad arginare il fenomeno: prevenzione, protezione e punizione.

Nell’ordine del giorno si sottolinea l’importanza di creare un Osservatorio Regionale che dia un’idea quantitativa del fenomeno, ma che evidenzi anche la qualità dei servizi forniti che dovrebbero seguire gli standard suggeriti dal consiglio d’Europa che la Regione siciliana ancora stenta ad applicare. Si individuano quindi azioni nell’ambito della prevenzione, suggerendo un tavolo tecnico che coinvolga l’assessorato alla Pubblica Istruzione ed altri esperti, per formare un progetto unico da portare nelle scuole rivolto sia ai bambini/e-ragazzi/e che ai docenti. Nell’ambito della sicurezza si impegna l’amministrazione a potenziare l’illuminazione nelle strade buie e periferiche, a implementare una specifica attività di sensibilizzazione ed una procedura dedicata per la Polizia Municipale, affinché venga perfezionata un’adeguata modalità di intervento per le donne che denunciano una violenza subita e si agisca tempestivamente anche per prevenire atti “preannunciati” evitando un epilogo spesso prevedibile; così migliorare l’azione dei servizi sociosanitari affinché negli ospedali vengano avviate le corrette procedure di presa in carico integrata.

Per la punizione si chiede di adottare tutti i provvedimenti idonei (ad es. la costituzione di parte civile) per garantire che nei procedimenti penali religioni, tradizioni o onore che la vittima avrebbe tradito o offeso, non vengano addotte come scusa per giustificare atti violenti. Inoltre si chiede di contribuire al finanziamento dei centri antiviolenza e dei servizi dedicati all’accoglienza delle donne maltrattate; così come di dedicare un fondo per le spese giudiziarie delle vittime o dei familiari se non sono ammissibili al patrocinio a spese dello Stato. Sostenere attivamente le azioni di accompagnamento all’autonomia economica delle donne vittime di violenza, ad es. riorganizzando gli sportelli al pubblico del Suap dedicando un dispositivo specifico al sostegno di autoimprenditorialità, microimpresa e imprenditorialità femminile. Agire anche sul fronte dei maltrattanti e creare momenti di confronto con le consigliere della Consulta delle Culture visto che realtà come i matrimoni forzati, le bimbe sposa, la tratta e l’infibulazione ledono i diritti delle donne e come tali richiedono attenzione e azione solidale.

Di questo ed altro si è parlato il 25 mattina al convegno organizzato dall’Associazione Generando, che ha continuato per giorni a sensibilizzare sul tema con mostre e spettacoli, come quello di danza molto toccante messo in scena da Enza Mortillaro a palazzo Sant’Elia in cui, con uno stile molto teatrale misto al linguaggio dei segni, si assiste ad un’escalation di violenza e di emancipazione della donna che alla fine trova la forza per denunciare e liberarsi da un ambiente familiare opprimente e violento in un grido che sembra voler dire: “Denunciare, denunciare, denunciare … non è  facile, soprattutto quando hai amato il partner più di te stessa, ma è arrivato il momento di amare più Te stessa…. Donna denuncia!”

(disegni di GFZ, in ricordo)

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