27 gennaio, per non dimenticare

27 gennaio 2015 di: Francesca Traìna

Con le parole della grande filosofa Hannah Arendt, oggi Giorno della memoria vogliamo ricordare l’immane tragedia causata, durante la seconda guerra mondiale, dalla follia nazista la cui dottrina perseguì il totale annientamento di ebrei, zingari, omosessuali, disabili, malati di mente, oppositori politici, comunisti, gruppi etnici e religiosi ritenuti “indesiderabili”…, riuscendo in tal modo a sterminare circa 14/15 milioni di persone di ogni età.

Forse il numero esatto delle vittime la Storia non potrà mai restituircelo, considerata la vastità incalcolabile dell’eccidio, ma l’orrore, il dolore, la rabbia, l’indignazione restano in noi che “non dimentichiamo”, che teniamo altissima l’attenzione perché ciò non abbia mai più a ripetersi e che assumiamo l’impegno della riflessione e del dialogo con le giovani generazioni:

«Ciò che più colpiva le menti di quegli uomini che si erano trasformati in assassini, era semplicemente l’idea di essere elementi di un processo grandioso, unico nella storia del mondo (“un compito grande, che si presenta una volta ogni duemila anni”) e perciò gravoso. Questo era molto importante perché essi non erano sadici o assassini per natura; anzi, i nazisti si sforzarono sempre, sistematicamente, di mettere in disparte tutti coloro che provavano un godimento fisico nell’uccidere. (…). Perciò il problema era quello di soffocare non tanto la voce della loro coscienza, quanto la pietà istintiva, animale, che ogni individuo normale prova di fronte alla sofferenza fisica degli altri. Il trucco usato da Himmler (che a quanto pare era lui stesso vittima di queste reazioni istintive) era molto semplice e molto efficace: consisteva nel deviare questi istinti, per così dire, verso l’io. E così, invece di pensare: che cose orribili faccio al prossimo! gli assassini pensavano: che orribili cose devo vedere nell’adempimento dei miei doveri, che compito terribile grava sulle mie spalle!»

7 commenti su questo articolo:

  1. Guido scrive:

    Non ci sono parole per commentare le atrocità di Hitler. Ricordare non solo il 27 gennaio, ma sempre, è un dovere morale a cui tutti siamo chiamati.

  2. gemma scrive:

    SE COMPRENDERE è IMPOSSIBILE
    CONOSCERE è NECESSARIO

    PRIMO LEVI

  3. Francesca.V. scrive:

    Ricordo cara Francesca le nostre prime discussioni sul razzismo, il tuo modo di parlare,il tuo modo di scrivere è indimenticabile. Grazie.

  4. Alfonso scrive:

    Buona la scelta della filosofa, ottima ogni parola scritta dalla Traina che è un po’ scrittrice, un po’ poeta.

  5. Francesca Vitrano scrive:

    Scusa Francesca, ho riscritto solo per precisare il mio nome. Il tuo articolo mi ha fatto ricordare i vecchi tempi e anche la nostra giovane età di allora. Quanti anni sono passati! Ciao, spero di rivederti.

  6. Ornella Papitto scrive:

    Ogni azione persegue un obiettivo: quello di Hitler e compagni e degli altri attuali leader sanguinari è quello di ELIMINARE LE DIFFORMITÀ dai loro modelli ideali. Eliminare chi non obbedisce ciecamente e chi non si piega alle loro pretese fuori da ogni Ragione. Tutto il resto è giustificazionismo.

  7. Renata scrive:

    E’ vero, eliminare ogni difformità, creare la “razza pura” era l’obiettivo nazista così come oggi lo è per gli integralisti islamici, terroristi che uccidono chi non la pensa come loro. L’annuncio che conquisteranno Roma è macabro e inquietante. Mi aspetto che i primi a reagire siano gi stessi musulmani che credono nella pace e rispettano le differenze tra i popoli.

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