due mamme, due papà
Linda ha cinque anni, ritorna a casa da scuola e chiede a sua madre: «Anna ha due mamme, perché io una sola?» Sua madre, checonosce la famiglia di Anna, le spiega che alcune persone preferiscono stare insieme conpersone di sesso diverso e avere con loro dei figli, altre invece preferiscono persone dello stesso sesso e anche loro hanno dei bambini.
Francesco, nove anni, è andato in trasferta con la sua squadra di calcio e ha scoperto che il suo compagno Lucio ha due papà; lui che il papà non lo vede quasi mai, perché è sempre fuori per lavoro, è rimasto perplesso ma ha pensato che è meglio avere due papà che un papà inesistente. Non ha detto niente alla mamma, perché sa che le cose strane la spaventano sempre; il problema ci sarà quando dovrà andare alla festa di compleanno di Lucio, che lo ha invitato dopo la vittoria.
Paoletta e Chiara hanno litigato al parco, dove sono state accompagnate dalle rispettive baby sitter, perché una ha detto all’altra che sua madre è “lebbica”, che è una malattia contagiosa e potrebbe essere malata anche lei; l’altra ha risposto che sua madre non è malata e sta benissimo. Le due baby sitter, subito interpellate, sono sprofondate sempre di più nella lettura, una di un manuale universitario di Psicologia e l’altra di un settimanale di gossip.
Sul cancello della sua casa Luigino ha notato un fiocco azzurro; sa per esperienza che significa che in un appartamento è nato unmaschietto e domanda alla nonna dove il fatto è avvenuto. L’anziana signora spiega che il bambino è nato sì, ma non è proprio nato, perché i loro due dirimpettai, Giuseppe e Marco non possono avere bambini e lo hanno preso da una donna che uno dei due conosce. Luigino chiede se può andare a vedere questo bambino, che già gli sembra speciale e la nonna gli promette che ci andranno e porteranno pure un regalino per lui.
Il tutto si svolge a Roma, dove il sindaco Marino, il 18 ottobre del 2014, sfidando la circolare del Ministro dell’Interno Alfano e l’avviso del Prefetto Pegoraro, ha trascritto 16 unioni civili di coppie omosessuali, sposate all’estero, undici di uomini e cinque di donne, alla presenza dei loro bambini tenuti in braccio o per mano.
esempi di grande civiltà e di rispetto per le libertà individuali. L’omologazione è la morte della libertà e della civiltà dei popoli.
Un argomento complesso affrontato con molta sensibilità da un punto di vista molto particolare, quello dei bambini. Noi adulti dovremmo prendere spunto per riflettere.
Mi ricordo di aver letto su Mezzocielo un articolo in cui si parlava del lavoro educativo svolto da Francesca Vecchioni per la creazione di un atteggiamento corretto nei confronti della diversità delle famiglie che sono presenti nella nostra società. Mi era piaciuto, così come mi è piaciuto questo di Clara Margani, in cui si invita alla riflessione sull’argomento, andando al cuore del problema, cioè tenendo conto del punto di vista dei bambini, figli di coppie eterosessuali ed omosessuali.