e dove andrò
Il successo che hanno le poesie di Fracesca Traìna presso i nostri lettori o lettrici è inconfutabile. Questa sua composizione pare racchiudere venti di guerra e nostalgia di pace, dunque la più adatta in questo momento.
E dove andrò io che amavo rimanere?
questo brusio di guerra mi ferisce
ma so che tu amica della luce
non hai scordato cammini di rugiada
anche se il vento fra i tuoi capelli tace
e più gli è caro muovere le foglie
non sosterai a lungo in quest’inverno.
Come me che amavo rimanere
nei nuovi varchi andrai al passo
convinta d’aver perduto poco
o molto – chissà se lo sapremo –
di quanto dentro gli anni resta
perciò non dirmi che da te fuggo
se solo mi allontano dall’agguato
da chi spacciandolo per dono
pone il cavallo al centro del giardino
ancora a ricordare fiamme e lutti.
(da Dentro gli anni – 1999 S. Sciascia Editore)
Ormai sono un fan di Francesca Traìna. Bella e suggestiva questa poesia, adatta a questi giorni infernali
Poesia stupenda, adatta all’odio della guerra ma anche alla speranza di pace e alla distruzione degli inganni e delle ipocrisie
Interessante la metafora del cavallo ( Ulisse) come dono e, al contrario, si manifesterà come inganno portatore di guerre e distruzioni. Il terrorismo islamico è questo. I terroristi circolano fra la gente comune, si mescolano a noi per poi colpire a tradimento e con efferata e ingiustifica crudeltà.
bella la metafora del cavallo nel giardino (ulisse), in questi tempi invernali e carichi di brusii di guerra.
giuseppe la rosa.