le cooperanti e il terrorismo
Vanessa e Greta: il discorso non solo e’ pesante e difficile, ma dilaniante. Non concordare sul fatto che il loro ritorno in famiglia rechi comunque sollievo, riguarda solo chi, forte di certi convincimenti, non si sposta a guardare oltre. Ma, di contro, archiviare velocemente questa ennesima storia di ostaggi di casa nostra, probabilmente non si dovrebbe. E non per dire che era giusto o meno pagare un riscatto se così è stato, ma per esaminare a tutto tondo lo scenario fitto di quinte e di colpi di scena che investe mondo occidentale e mondo islamico e i cui sviluppi, pur analizzati da storici, esperti, e anche da chi ha visto e vissuto sulla propria pelle quei paesi, non si sono ancora visti, ed è drammaticamente palese, nell’ottica che serve, quella che oggi come oggi può aiutare. Ammettere che siamo in guerra. Da tempo. Loro lo sanno, noi no o evitiamo di ammetterlo. Loro hanno una fede certa, giusta o sbagliata che sia, feroce, oltranzista, pronta a tutto. Noi no, siamo colti, democratici, tolleranti e da tanti anni abbiamo smesso avvistamenti e difese. Noi abbiamo accettato, e per tanti versi di certo possiamo andarne fieri, la religione, la storia, i diritti dell’altro, noi consapevoli, o soltanto per qualche ragione coinvolti, ci ritroviamo incappucciati e nascosti, sperando nel miracolo per la nostra salvezza fisica.
Forse avviene per vil denaro, forse non avviene ma in ogni caso niente è chiaro e nessun provvedimento sta delineandosi. Ma siamo in guerra e se a Parigi si scende in piazza per difendere la libertà di espressione, in Nigeria, in Egitto e ovunque da quelle parti, il numero post-massacro del satirico giornale francese butta in piazza il doppio, il triplo dei francesi e dei compagni europei sui quali tuttora incombono presagi di terrorismo. Noi, se cattolici di naturale sensibilità, ci ritroviamo sotto il naso Cristo in croce o la Madonna al parto in vignetta sconcia o blasfema, neppure acutamente finalizzata, al massimo saltiamo delusi il giornale. Il musulmano uccide, anzi massacra colpevoli e non, grida Allah è grande e combatte l’Europa. E l’Europa, che ben sa che Maometto non è la vera ragione o non è la sola, che fa? Convegni, dibattiti, polemiche e niente altro di serio, programmato, forte per dire: noi abbiamo predicato apertura e democrazia, noi vi diamo le vostre moschee in casa nostra e ci dispiace se voi non sapete appendere un nostro simbolo nelle vostre scuole ma ora, anche se non tutto era fatto disinteressatamente, staremo piu attenti. Non attenderemo che papa Francesco ci ricordi che se qualcuno ci insulta mammà è consequenziale mollare un pugno, qui c’è proprio guerra e ad una provocazione vera o presunta, non arriva un pugno ma una scarica di kalaschnicov. Perché c’è una parte decisa, feroce e organizzata di una parte del mondo arabo e islamico che ci combatte. E le spicciole misure antiterrorismo varranno sempre meno.
Ottimo articolo che centra i punti essenziali!