senza se e senza ma, Charlie

18 gennaio 2015 di: Gilda Bambocci

Un buon anno in ritardo a tutte le lettrici e i lettori di Mezzocielo. Certo il nuovo anno non ha avuto un inizio proprio splendido, a giudicare dai tragici fatti accaduti in Francia e in Nigeria e agli episodi che hanno seguito l’attentato al settimanale satirico Charlie Hebdo.

“Je suis Charlie” senza se e senza ma. “Je suis Charlie” senza mettere mano agli accordi di Schengen e senza appoggiare inutili provvedimenti restrittivi delle libertà civili, che andrebbero solo incontro alla volontà dei terroristi. “Je suis Charlie” sperando che Matteo Salvini, Marine Le Pen e le destre razziste e xenofobe europee e mondiali non traggano vantaggio da un attentato che ha colpito la libertà di espressione e di satira esercitata da uomini di sinistra, comunisti, anarchici, libertari. “Je suis Charlie” a sostegno di un’Europa laica, accogliente e solidale, che deve rivedere il suo rapporto con il resto del mondo. In questi anni l’Europa ha aperto le frontiere al suo interno e consentito alle merci una libertà di circolazione prima sconosciuta. Il vecchio continente non ha assicurato però le stesse libertà alle persone e ha esportato armi e conflitti qua e la. “Je suis Charlie” perché fino a quando esisteranno le diseguaglianze e le povertà, i conflitti mondiali faranno ingresso in casa nostra.

“Je suis Charlie” nonostante l’aspetto grottesco della solidarietà manifestata al settimanale satirico. File interminabili davanti alle edicole per acquistare Il Fatto quotidiano con la rivista francese in allegato, e gente disposta a pagare mille euro per assicurarsene una copia. Mille euro per potere dire ai posteri “io c’ero”. Non importa se, nel corso della sua lunga storia, il Bel Paese abbia mostrato qualche defaillance a proposito di libertà di satira. Al verbo comprare tutto è concesso, pure far credere per un attimo di essere indefessi sostenitori di una non meglio identificata libertà d’espressione chiamata in causa, niente poco di meno che, da un atto terroristico. Eppure, “Je suis Charlie”. Nonostante tutto.

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