Test di Medicina no, test di Medicina forse

31 gennaio 2015 di: Chiara Di Martino

Tra i tanti motivi per cui prima di guardare un telegiornale o leggere un quotidiano è bene prendere un gastroprotettore se n’è aggiunto un altro. È stato da poco svelato, infatti, il mistero che aleggiava su alcuni corsi di laurea circa la loro libera fruizione o meno, e in particolare per la facoltà di Medicina. L’uomo del MIUR ha detto no: il test ci sarà (figurarsi) ma non sarà ad aprile come lo scorso anno (maturandi esultate) bensì a settembre con buona pace di tutti quelli che avevano già comprato camice e mascherina pubblicando relative foto su Instagram.

Il test dunque si fa, eccome se si fa, è già scattata la corsa alla scuola di preparazione migliore. Sì perché ormai l’accesso alle facoltà del calibro di Medicina, Ingegneria e Architettura sembra essere di un solo passo indietro al concorso per le poste, non prendo in considerazione quello per le forze armate solo per l’assenza delle prove fisiche, ma dal ministero dell’istruzione fanno sapere che si stanno organizzando.

Dunque, il timido studente del profondo sud in base al punteggio ottenuto potrebbe anche scegliere di mangiare polenta valsugana al posto dell’amata cassata pur di vedere realizzato il proprio sogno data la tiratura nazionale del test che a quanto pare potrebbe subire delle variazioni anche nel contenuto. Si vocifera, infatti, che la prova potrebbe non contenere più quesiti di logica e cultura generale, sempre forieri di contestazioni, e vedere l’ingresso della lingua inglese. Supposizioni e illazioni che non trovano terreno fertile sul sito del MIUR, quindi sembra ancora presto per di gridare ‘DIETRO FRONT’e sfogliare an English book.

L’unica cosa certa è che l’ingresso programmato è stato confermato anche quest’anno dal ministro Stefania Giannini adducendo come motivazione principale l’inadeguatezza delle strutture incompatibili con l’orda di studenti sdoganata in assenza di quella precauzione, un numero che lotta strenuamente contro un altro, l’art. 26 della dichiarazione universale dei diritti umani stilata dall’ONU: “(…) l’istruzione superiore deve essere accessibile su base del merito.” Bene, se di merito si deve parlare sarebbe utile dare a tutti gli stessi mezzi per poter essere realmente competitivi, per qualche tempo era stato sventolata con orgoglio l’ipotesi di ricalcare la riforma dell’università sul modello francese, permettendo, così, l’iscrizione al primo anno su larga scala per poi istituire un esame di sbarramento al secondo semestre cosi da sfoltire il numero degli studenti il cui destino non sarebbe più appeso solo alla domanda “chi ha vinto Sanremo nel 1992?”.

In attesa di notizie certe i candidati (ahimè, lo sono anche io) aggiornano e riaggiornano il portale del MIUR in attesa di ulteriori indizi per poter migliorare la loro preparazione e si sta come d’autunno sui libri gli studenti.

1 commento su questo articolo:

  1. Aldo Torre scrive:

    divertente ma molto vero questo articolo, tanto vero che forse la parola divertente non è la più adatta.

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