“Mattarella, il nuovo Presidente che rievoca la vecchia questione morale” da Il Fatto Quotidiano del 4.02.15
…In una maggioranza di governo nella quale è perduto chi non si muove alla velocità di un tweet, viene da chiedersi dove si siano rintanati gli invisibili “frenatori” della lotta alle mazzette. Di certo esistono, a giudicare dai fatti (e dalle omissioni), sono numerosi e coesi, hanno stretto un’alleanza di ferro con chi siede sugli scranni parlamentari di forze di pseudo-opposizione guidate da un pregiudicato plurinquisito eppure a breve elevato – se va in porto la riforma costituzionale – alla dignità di padre nobile della patria.
Per questo l’alto richiamo del Presidente Mattarella alla centralità dell’irrisolto coagulo di malaffare che ancora salda corruzione e organizzazioni mafiose, sprofondando l’Italia nella sfiducia, nel discredito internazionale, nella recessione, rischia di accumulare polvere negli stessi archivi dove da decenni si stratificano gli appelli scomodi. Proprio come le parole altrettanto nobili pronunciate da un altro Presidente appena eletto: “Ed è solo in questo modo che ogni italiano sentirà sua la Repubblica, la sentirà madre e non madrigna. Bisogna cioè che la Repubblica sia giusta e incorrotta, forte e umana: forte con tutti i colpevoli, umana con i deboli e con i diseredati”. Era il 9 luglio 1978, così parlava il partigiano socialista Sandro Pertini.