“Neonata morta a Catania, perché l’accesso alle cure non dipenda dal luogo di nascita” da Il Fatto Quotidiano del 13.02.15

13 febbraio 2015 di: Damiano Rizzi

Ho deciso di scrivere queste righe perché affranto dalla morte della neonata Nicole che a Catania accusando una crisi respiratoria non ha avuto l’ospitalità di un posto disponibile per rianimarla. Per carità, non possiamo fare paragoni tra le condizioni sanitarie Nord e Sud Italia, ci insegnano, ma dovremmo a mio avviso restare in allerta. Molto in allerta. Dico al Sud come al Nord.

Perché? L’accesso alle cure non può in Italia dipendere dal luogo di nascita, dal reddito, dalla “beneficienza” delle associazioni o da un medico “eroe” che esce dalla sala operatoria e diventa fundraiser.

Secondo la Costituzione italiana le condizioni sociali ed economiche di un individuo non dovrebbero influenzare le possibilità di cura, la possibilità di ammalarsi e di guarire. La regola d’oro di un sistema sanitario che garantisce la copertura sanitaria universale è che le persone paghino in proporzione alle loro possibilità nel corso della vita, quando sono sane, al fine di ricevere cure e servizi nel momento del bisogno. Le migliori cure.

Non è vero che il nostro Paese non può più permettersi un sistema sanitario di ottima qualità. Dipende dalle scelte politiche.

Mentre Nicole veniva respinta come numero “fuori da una lista” veniva anche rinviata la decisione sui tagli alla sanità nella legge di stabilità. Il budget previsto per le spese militari mi risulta essere stato confermato. Questione di scelte politiche. Tagliare la sanità e confermare le armi significa uccidere prima che arrivi la guerra.

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