Giornata mondiale della Commedia dell’Arte a Padova

Le vie del Signore sono infinite, e quelle dell’arte pure, pare, perché nella Padova governata dalla Lega Nord, apparente paladino della cristianità religiosa, già in tempo di quaresima dal 24 febbraio al 1 marzo si terrà la VI Giornata Mondiale della Commedia dell’Arte, con spettacoli, ci auguriamo divertenti, in pieno centro storico, di pomeriggio nella loggia della Gran Guardia o nel plateatico del Caffè Pedrocchi, per citare i luoghi più importanti, oltre che la sera al Teatro Verdi.

L’iniziativa, sponsorizzata dalla Fondazione Antonveneta, vede il patrocinio del Comitato italiano dell’Unesco, ma organizzatore dell’evento è stata l’Accademia del teatro in Lingua veneta, in collaborazione con la Regione Veneto, il Comune di Padova, il Teatro Stabile del Veneto e l’Università di Padova, per citare solo gli enti più importanti, numerosi quanto gli spettacoli in programma.

Alcuni titoli, come Don Quijote, Robin Hood, Arianna e il Minotauro suonano familiari, ma poi c’è Arlecchino che tiene banco, a riproporre il glorioso modello nazional-popolare del simpatico furfante voltagabbana. E su questo, purtroppo, c’è poco da ridere.

Al giorno d’oggi la Commedia dell’Arte è più apprezzata all’estero che in Italia, dove alcuni secoli fa attraeva masse di spettatori desiderosi di lazzi e sollazzi. Oggi varie officine teatrali sia in Francia che in Italia, come la Piccionaia di Vicenza o l’Aidas di Versailles provano a rinverdire la tradizione di questo tipo di teatro povero, basato sulla capacità individuale degli attori di gestire la scena, a volte utilizzando i burattini come arma di intrattenimento, ma la concorrenza spietata degli effetti speciali cinematografici sicuramente indebolisce il suo appeal, almeno col grande pubblico; speriamo che questo evento così ampiamente sostenuto sortisca l’effetto di avvicinare i giovani alle nostre tradizioni artistiche, intanto il festival in sé è già un successo.