Inarrestabile Astrosamantha
Il sessantacinquesimo Festival della Canzone Italiana di Sanremo sarà ricordato, oltre che per la famiglia più numerosa d’Italia, per il ripristinato duo Al Bano-Romina Power, per Willy Smith e Charlize Theron, anche per essere stata la prima edizione a proporre un futuristico collegamento terra-spazio.
La terza serata dell’Ariston ha visto infatti ospite virtuale l’astronauta Samantha Cristoforetti, la prima donna italiana nello spazio.
“Astrosamantha” gira attorno alla terra a bordo della Stazione Spaziale Internazionale ormai da novembre, e da lassù – dove viaggia alla velocità non modesta di circa 27 600 km/h- ci tiene aggiornati sulle meraviglie che si trovano appena fuori dalla porta della nostra atmosfera.
Trentina, 37 anni, Samantha Cristoforetti, è partita con una missione denominata ISS Expedition 42/43 Futura, con il programma di effettuare esperimenti sulla fisiologia umana, analisi biologiche e la stampa 3D in assenza di peso.
C’è chi ironizza sul fatto che va bene fuggire dall’Italia, ma che Samantha, forse, ha un po’ esagerato, chi si chiede se l’astronauta, a furia di scrutare la terra con i suoi telescopi, non finisca per beccare il fidanzato con un’altra. Insomma, le battute si sprecano, ma sono in linea col personaggio: simpatica e autoironica, da mesi Samantha racconta tramite i social networks le sue giornate e qualche aneddoto divertente (pare che Adriano Celentano spacchi fra i Russi.)
Tale si è confermata anche a Sanremo, dove, fra capriole e volteggi del microfono, ha contagiato “noi di giù” con il suo entusiasmo.
Per chi si chiedesse come si fa a diventare la prima donna italiana nello spazio o, come cita wikipedia “un’aviatrice, ingegnere e astronauta italiana, prima donna italiana negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea e prima donna italiana nello spazio”, sempre l’onnisciente enciclopedia online ci spiega che la strada è assai ardua: Samantha ha frequentato l’Accademia Aeronautica di Pozzuoli, ha due lauree (una in ingegneria meccanica e una in scienze aeronautiche) e una specializzazione presa negli Stati Uniti. Inoltre, parla correntemente cinque lingue fra cui il russo, utilizzato nelle comunicazioni tra la stazione spaziale e il centro di controllo a terra.
Insomma, non tutte, forse, potremo arrivare -letteralmente- così lontano, ma l’entusiasmo di Samantha ci racconta- e non è mai una lezione superflua- della soddisfazione di seguire i nostri sogni. Che essi abbiano come oggetto le stelle o che siano sogni che in palermitano definiremmo –è il caso di dirlo- molto più “terra terra”.
E se invece della Tatangelo, della Marini le varie riviste, i vari programmi televisivi si occupassero un pò di più, solo un pò di donne che aprono il passo a nuove storie?