D’istruzione o distruzione, apostrofi che salvano il mondo
1, 2, 3, prendi fiato, 4, 5, 6, è un attimo, arrivi a 463, come i gradini che hai contato e che potresti contare, se mai salissi sulla cupola del Brunelleschi a Firenze. Uno spettacolo mozzafiato si presenta davanti agli occhi di turisti, stranieri e non, che hanno fronteggiato, in primis, psicologicamente l’idea di tutta quella fatica. Prima ancora di poter godere della vista del capoluogo toscano, però, la cosa che colpisce è la quantità di scritte, di firme, di nomi che si trovano sulle colonne all’esterno della cima. Non si tratta, sfortunatamente per i critici d’arte, di reperti, di autografi illustri, bensì della mancanza di rispetto per ciò che è stato, per la nostra storia e dell’ignoranza riguardo alla differenza tra ridipingere il muro di un edificio moderno, che non ha una valenza culturale ed autentica ed il restauro di uno dei più importanti monumenti italiani. Goethe dichiarava che “Non c’è niente di più terribile di un’ignoranza in azione”, beh, credo non si possa trovare affermazione più appropriata al contesto, perché solo l’inconsapevolezza di ciò che ci si trova a toccare, visitare, guardare potrebbe essere la causa di gesti del genere. A che pro, poi, lasciare la propria firma su un edificio storico? Per dire di esserci stati? Per mandare il messaggio a coloro i quali verranno dopo, che mancate di sensibilità e d’istruzione? Qui si sta parlando di una differenza grammaticale minima ma contenutistica abissale, perché tra la mancanza d’istruzione e quella di distruzione di un bene comune, passa un niente, un niente che potrebbe essere riempito da un bagaglio di nozioni che, tramite la riflessione, si trasformerebbero in concezioni, in idee e in spirito di appartenenza, perché per migliorare il mondo, bisognerebbe, in primo luogo, migliorare se stessi. Trovandoci a dover raccogliere il testimone di uno degli incarichi più difficili da assolvere, ossia quello di educare le future generazioni, generazioni che dovranno essere figlie di genitori che avranno saputo trasmettere la giusta deferenza, a quella parte di noi, che non sarà più.
Brava Stefania. ..ho assistito a un episodio del genere sulla cupola di san pietro..purtroppo oltre la giustizia del cittadino come me non c’è mai nessuno di competenza a fermare questi disastri
Studio storia dell’arte e archeologia, immaginate lo sdegno di chi come me, sull’arte, ha.deciso di basare la propria vita, la propria attività, la propria conoscenza e SOPRATTUTTO la propria passione. Vedere un ultratrentenne “firmare” il Colosseo mi ha riempito gli occhi di lacrime e il cuore di rabbia; e ancora peggio essere tacciata dallo stesso di bigottismo, sentendomi dire “sono cose vecchie”. Io dell’arte ne ho fatto – e continuo a farne – punto decisivo della mia vita. E piuttosto che essere un VANDALO preferisco essere attaccata per essere intelligente. Ed ogni segno sulle NOSTRE “cose antiche” scalfisce il mio cuore. DI SDEGNO. Aiutateci a salvaguardare la mia ricchezza. Che è di tutti. Anche di quei vandali lì.
Purtroppo certe cose sono quasi inevitabili nel paese in cui viviamo.. Il 50 per cento delle persone non ha neppure idea del danno culturale che provoca con una semplice bravata… Servirebbe più sorveglianza e pene esemplari!
“Ignoranza” è la parola più appropriata per descrivere una tale mancanza di rispetto, perché, se uno ci pensasse seriamente, si renderebbe conto che imbrattare uno dei monumenti più belli al mondo nuoce alla sua persona tanto quanto imbrattare il muro di cinta della sua casa. Dovremmo essere i primi ad impegnarci volontariamente nella tutela del nostro patrimonio culturale, ma anche ambientale e se tanti non amano l’arte e la cultura, che lo facciano almeno per uno spirito di patriottismo o semplicemente per una forma di educazione.
Sale solo tanta rabbia e indignazione a vedere i nostri splendidi monumenti così deturpati. Bisognerebbe davvero educare e istruire perché proprio la mancanza d’istruzione porta alla distruzione.
Pienamente d’accordo! Invidiati da tutto il mondo per la bellezza disarmante del nostro Paese, per la cultura, per la storia che possediamo, eppure così incapaci di apprezzarla!
“Due cose sono infinite, l’universo e la stupidità umana, e della prima non ne sono certo”, Einstein aveva proprio ragione, purtroppo viviamo in un mondo di ignoranza, ignoranza che non ci fa crescere e migliorare questo Bel Paese che è la nostra Italia..
“Non c’è niente di più terribile di un’ignoranza in azione”
un fenomeno che fa rabbrividire