I misteriosi costi dei politici dal “Corriere della Sera” del 02.04.15
… E sempre lì torniamo. Alla necessità assoluta di offrire ai cittadini la possibilità di leggere i bilanci. Leggerli sul serio: la vera trasparenza non può essere alla portata dei soli specialisti in grado di capire le più acute sottigliezze da legulei. Se è vero, come scriveva un secolo fa Max Weber, che lo Stato «cerca di sottrarsi alla visibilità del pubblico perché questo è il modo migliore per difendersi dallo scrutinio critico», è fondamentale per noi, che abbiamo un enorme problema di corruzione, aprire le finestre perché ogni contratto sia finalmente trasparente. E leggibile.
Perché è lì, come hanno dimostrato decine di casi, che si annida la serpe del finanziamento occulto dei cattivi imprenditori ai cattivi politici. Scardinando le regole della sana economia, facendo lievitare i costi e imponendo, dice la Corte dei Conti, «una vera e propria tassa immorale ed occulta pagata con i soldi prelevati dalle tasche dei cittadini».
Lo sapevamo già prima del rapporto Cottarelli? Certo. Colpisce, però, leggere su un documento ufficiale lo sfogo di chi, dopo essersi visto affidare dallo Stato la missione di studiare le storture di un sistema ancora corrotto dalla cattiva politica, spiega di aver dovuto fare i conti con ostilità enormi.
Basti leggere, oltre ai già citati, questo passaggio firmato dal gruppo di studio guidato da Massimo Bordignon, che confessa di non essere proprio in grado di fornire dati precisi, ad esempio, sulle buste paga reali di governatori, assessori o consiglieri: «La difficoltà a ricostruire una banca dati affidabile per i costi del personale politico, incontrata anche in questo rapporto, dipende (oltre che dalla presenza della diaria) dalla moltiplicazione delle indennità, che gonfiano le retribuzioni e rendono poco significativa la retribuzione del singolo consigliere per la stima della spesa complessiva»…