Decalogo di una mamma dal “Corriere della Sera” del 10.05.15

10 maggio 2015 di: Silvia Vegetti Finzi

… Con i tempi di vita. Le stagioni delle donne sono tutte fuori posto: durante gli studi le ragazze sono migliori dei coetanei ma rimangono più a lungo in attesa del primo impiego e , una volta inserite, ricevono le rare proposte di carriera negli anni in cui i bambini sono piccoli, per essere poi collocate in pre-pensionamento quando, cresciuti i figli, ritornano pienamente disponibili…

… Con l’immaginario. Il femminismo ha chiesto agli uomini di essere come noi o per lo meno di essere intercambiabili con noi. E i più generosi hanno risposto all’appello infilandosi guanti di gomma e grembiule da cucina. Ma è proprio quello che vogliamo? Lo scandaglio dell’inconscio femminile ci restituisce ben altri personaggi: il capo carismatico, l’avventuriero stile Clark Gable in Via col vento, il ricco e generoso Richard Gere di Pretty Women, il grande artista, anche se non ancora riconosciuto, e persino il bastardo affascinante. In ogni caso il sogno d’amore, puntando all’eccellenza dell’oggetto, non alla sua normalità, ci condanna alla scontentezza…

…Con noi stesse. Nella società degli individui, la realizzazione di sé non è un optional ma un dovere. Il che richiede che le energie vengano, almeno in parte, spostate su di noi e, non essendo illimitate, sottratte agli altri. I bambini, sindacalisti di se stessi, sono i primi a protestare: «Voglio la mamma!». E noi, essendo insieme donne e mamme, ci sentiamo una coperta corta. Nessuna vuole rinunciare a promuovere e sostenere la realizzazione dei figli, un compito che, in una società competitiva, impegna non poche risorse, forse troppe. E, nell’incertezza, la testa o i piedi restano al freddo….

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