La forza tranquilla di una città da “il Corriere della Sera” del 03.05.15

3 maggio 2015 di: Beppe Severgnini

Sapete tutti cos’è successo il 1° maggio a Milano. Volete una prova della stupidità dei devastatori? Hanno decretato il successo istantaneo di Expo 2015, oggetto del loro volubile odio (G8, Tav, euro, scuola, alimentazione: poco importa, basta far casino).

La curiosità per la manifestazione c’era già; l’amore sarebbe arrivato, tempo un mese. È stato anticipato. Sono bastate ventiquattro ore, e diverse strade devastate, per decidere che Expo 2015 sarà un grande successo. I milanesi, e con loro tutti gli italiani perbene, hanno deciso in fretta: non si può darla vinta a certa gente. Ci sarà tempo per ragionare sul (dis)ordine pubblico. Per spiegare come sia possibile che una città come Milano, nel giorno in cui si fa bella davanti al mondo, possa diventare ostaggio di pochi violenti: sempre i soliti, tra l’altro. Per capire che quanto è successo, se non fosse tragico, sarebbe ridicolo. Per ora, accontentiamoci di capire come la città ha risposto: con prontezza, generosità e fantasia…

I rischi di Expo 2015 erano — in parte sono ancora — la retorica, l’euforia, la superficialità. La tentazione di trasformare un’occasione mondiale nella solita fiera delle vanità italiane. Non accadrà. Il merito è di tutti quelli che hanno risposto all’affronto, senza incertezze. E hanno detto, semplicemente: giù le mani da Milano. È paradossale: poche centinaia di idioti neri hanno favorito l’incontro colorato di milioni di persone. Il mondo, una volta ancora, dovrà ammetterlo: nessuno è bravo come noi italiani a trasformare una crisi in una festa.

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