la mamma dell’anno

18 maggio 2015 di: Marina Gasperini

A Baltimora, l’ennesimo abuso della polizia nei confronti di un giovane afroamericano, Freddie Gray, morto in seguito alle percosse ricevute al momento dell’arresto, ha provocato une serie di manifestazioni, spesso degenerate in sommosse, con incendi e saccheggi. Rispondere alla violenza con la violenza non rende giustizia e non serve la causa degli afroamericani.

Lo sa bene la signora Toya Graham, che, quando ha riconosciuto suo figlio nel bel mezzo di un corteo che lanciava pietre e molotov contro i poliziotti in assetto di guerra, lo ha inseguito, lo ha acciuffato ed energicamente redarguito, con parole dure e sonori ceffoni, senza curarsi minimamente della presenza delle telecamere.

Il video della scena ha fatto il giro del mondo, suscitando sul web innumerevoli approvazioni. Il giovane Michael, sedicenne, ha poi raccontato ai media che, quando ha visto la madre, ha cominciato a corere perché sapeva che «avrebbe avuto dei problemi». La mamma, un’afroamericana che ha allevato da sola 6 figli, cinque femmine e un maschio, rintracciata dalla televisione americana Cbs, ha dichiarato di aver voluto tirare fuori il figlio da una dimostrazione di forza inutile e pericolosa, che avrebbe potuto costargli la vita o compromettere il suo avvenire, per assicurare il quale lei lavorava duramente.

Il commissario principale di Baltimora, Anthony Batts, ha dichiarato che se ci fossero più genitori come le signora Graham, la città sarebbe più sicura e i giovani potrebbero sperare in una vita migliore. Certo, gli schiaffoni non sono politicamente corretti, ma, come recita la saggezza popolare, quando ci vuole ci vuole. E’ facile fingere di non vedere, non sapere, con il pretesto che i giovani devono essere lasciati liberi di scegliere i loro comportamenti. Intervenire quando la situazione lo richiede domanda energia e coraggio, in questa società permeata dal buonismo. In occasione della commercialissima «festa della mamma », mi permetto perciò di designare Toya Graham «mamma dell’anno».

1 commento su questo articolo:

  1. gemma scrive:

    Simona Mafai sottolineava in un articolo scritto per Mezzocielo che tra le varie definizioni che giornalisti ed uomini politici hanno dato dei Black bloc che hanno vandalizzato Milano (“idiotineri”, Severgnini; “teppistelli figli di papà”, Renzi; ed altri) quella espressa dal cantante-professore Francesco Vecchioni: “morti viventi”, le era sembrata la più giusta ed efficace.
    Domanda: dov’era la madre del morto vivente intervistato dai nostri giornalisti e reso idolo per i più labili di mente?
    I valori educativi non sono gli stessi nelle diverse parti del mondo? Diamoci una risposta!

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