Morti viventi

4 maggio 2015 di: Simona Mafai, 5 maggio

Tra le varie definizioni che giornalisti ed uomini politici hanno dato dei Black bloc  (50? 500?) che hanno vandalizzato Milano (“idiotineri”,  Severgnini;  “teppistelli figli di papà”, Renzi;  ed altri) , quella espressa dal cantante-professore Francesco Vecchioni: “morti viventi”, mi è sembrata la più giusta ed efficace. Essa evidenzia, non solo e non tanto la mortifera violenza dimostrata da persone (uomini e donne) che si ritengono molto furbe e “rivoluzionarie” (sinistra, sinistra: in quali mani sei finita?), ma stigmatizza la  loro vecchiezza, le loro forme di lotta obsolete, le parole d’ordine  stantìe, assolutamente incapaci di parlare alla grande maggioranza di donne,  uomini, giovani di oggi, critici sì verso le brutture e le ingiustizie dell’Italia e del mondo, ma ben contenti di vedere la costruzione di qualcosa di nuovo e di bello, ammirare  immagini originali, percorrere tragitti variopinti – che rappresentano (o cercano di rappresentare)  l’immensità del mondo e dei suoi complessi problemi. Immergendosi entro una ventata di invenzioni e di stimoli alla riflessione, come pare sia riuscita ad essere l’EXPO.

Morti viventi: un pizzico di questa definizione si può estendere anche ai tanti giovani (dei centri sociali, e non solo)  che sono stati il famoso “mare” in cui hanno nuotato i violenti. Anche a loro non farebbe male un buon esame di coscienza, che li portasse a scrollarsi di dosso idee e slogan dei secoli scorsi, ed a comprendere che  difesa della natura non significa immobilismo,  resistenza alla speculazione non significa odio per il nuovo;  sinistra  non significa conservatorismo.

2 commenti su questo articolo:

  1. Giuliana scrive:

    Ho chiesto ai miei alunni di documentarsi sull’ EXPO e, in particolare sulla “carta” relativa alla sana alimentazione.
    Mi hanno riportato le frasi deliranti del morto vivente intervistato dai giornalisti delle principali testate…
    quello che conta è fare spettacolo senza tenere conto del rischio emulazione da parte di chi è più facilmente influenzabile!

    • simona mafai scrive:

      Grazie dell’attenzione. La mescolanza tra parole ed atteggiamenti che vorrebbero presentarsi “progressisti”, e la violenza esibita con compiacimento (e quindi, mi si passi pure il termine, “fascista”), costituisce un vero pericolo per la gioventù di oggi.

Commenta questo articolo:







*
AdvertisementAdvertisementAdvertisementAdvertisement