la nomina a questore che ha fatto discutere

4 giugno 2015 di: Marcella Geraci

Lo ha escluso in maniera quasi categorica. La sua nomina alla guida della Questura di Caltanissetta non ha nulla a che vedere con i rischi, reali o potenziali, di un terrorismo islamico o di matrice eversiva. Eppure il curriculum vitae di Bruno Megale ha alimentato un sospetto che trova i suoi perché nella presenza a Caltanissetta del CIE/CDA/CARA di Pian del Lago e del movimento No Muos. Un sospetto favorito soprattutto da un’agenda setting massmediatica che teme immigrazione e movimenti antagonisti. All’apparenza determinato come un dirigente della Digos di Milano dovrebbe essere, riservato e quasi schivo, Megale è stato promosso questore a soli 48 anni e ha alle spalle una competenza di tutto rispetto nella lotta al terrorismo. Il nuovo questore di Caltanissetta ha infatti coordinato le varie tappe che hanno condotto all’arresto dell’imam Abu Omar, catturato in collaborazione con la Cia nel febbraio del 2003 a Milano. In passato Megale è stato anche promosso primo dirigente della Polizia di Stato per merito speciale, dopo aver concluso un’attività investigativa complessa e articolata che ha portato all’esecuzione di quindici ordinanze di custodia cautelare in carcere, a carico di soggetti facenti parte di un’organizzazione con finalità eversive nell’ambito della “Seconda Posizione” delle Brigate Rosse, emersa in seguito ad indagini avviate dalla Digos di Milano a partire dal 2004 e proseguite in collaborazione con le Digos di Padova e Torino a partire dal 2006. Sempre ai vertici della Digos milanese, l’ultima operazione del nuovo questore di Caltanissetta risale a pochi giorni fa e ha portato all’arresto di Abdelmajid Touil, sospettato di essere coinvolto nell’attentato al Museo tunisino del Bardo.

Per tutti questi motivi e per una competenza specifica acquisita nel filone di indagine sui terrorismi di diversa matrice, il super poliziotto fresco di nomina alla Questura di Caltanissetta a qualcuno è apparso un eccesso. Ma Bruno Megale in proposito è stato molto chiaro. «Non credo che la mia nomina sia legata a questo e non mi risulta che ci siano presenze di questo tipo nel territorio di Caltanissetta».

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