Magna Grecia da “La Stampa” del 31.07.15
Nella repubblica degli indifferenti gli ultimi dati funerei sul Mezzogiorno verranno accolti come il solito rumore di fondo, mentre sono il rumore di un Paese che affonda. Perché il Sud che affoga trascinerà tutti con sé. È l’equazione dell’assurdo: i mari e i siti archeologici più belli, le intelligenze e i campi più fertili (prima che li concimassero coi rifiuti tossici) producono decrescita infelice peggio che in Grecia, decimazione dei posti di lavoro e adesso persino della popolazione, che ha smesso di fare figli in un impulso inconscio di autodistruzione. Se non si parla più di secessione è perché è già avvenuta nei fatti. Chi nasce al Sud parte con un handicap da cui ha sempre meno possibilità di riscattarsi nel corso della sua esistenza, e quasi sempre soltanto andandosene.
Eppure la soluzione ci sarebbe e si chiama Cura Choc. Cinque anni di trattamento speciale, durante i quali abbattere le tasse a livelli irlandesi per attrarre capitali stranieri. E trasferire il controllo del territorio dalle mafie allo Stato (non alle mafie di Stato), se è il caso con l’impiego dell’Esercito. E poi: investimenti pubblici mirati su agricoltura e turismo, e una drastica riforma universitaria anti-clientelare che spazzi via il pulviscolo delle facoltà che fabbricano disoccupati e concentri ogni risorsa su quattro-cinque atenei, uno per regione, facendone poli di eccellenza. Un sogno? Basterebbe la volontà politica. Basterebbe un premier decisionista alla Renzi, non la sua controfigura che gioca a calciobalilla alle feste dell’Unità e a scaricabarile quando si tratta di cambiare davvero verso all’Italia.