Migranti: il ‘clandestino’ come capro espiatorio di tutti i mali da “Il Fatto Quotidiano”del 18.07.15
…Infatti, non è il “clandestino” che ha fatto sì che negli ultimi anni le diseguaglianze nel nostro Paese crescessero, né è lui, “il clandestino”, che invoglia decine di migliaia di italiani, spesso laureati, a lasciare il nostro Paese per andare all’estero a cercar fortuna, scappando da un sistema economico basato sulla raccomandazione, la corruzione e che non offre opportunità.
Per battere gli imprenditori della paura e superare quest’epoca difficile nella quale vive il nostro Paese, che ancora si regge sui pilastri di quello che è stato costruito dai nostri nonni, c’è bisogno di uomini con morale.
E’ la morale il punto cruciale oggi. O la si ristabilisce, costruendo un arte della politica per i cittadini, o cadremo vittime di quei politici che vogliono mettere l’italiano contro l’immigrato, solo per arrivare alla realizzazione delle loro aspirazioni personali ed economiche. Ed è proprio di questi ultimi che dovremmo cominciare a diffidare, perché questi xenofobi sono le avanguardie di mali ben peggiori.