austu e riustu e capu r’invieinnu
E’ passato ferragosto e il sito non ha chiuso per ferie, ma delle due l’una: o arrivano contributi dalle corrispondenti sparse tra spiagge e montagne, o magari segregate in città con il condizionatore a palla, o questo paese in affanno che qualcuno si affanna a definire “in ripresa” non avrà un osservatorio al femminile. Da quando siamo attive, due anni se non ho perso il conto, non abbiamo mai smesso di farvi compagnia (o di atturrarvi, se vogliamo essere più crude) dato che la vita non va in vacanza e non si può stare in silenzio davanti agli spaventosi scenari che si delineano su questa terra inquieta, l’indifferenza bisogna combatterla a tutte l’ore. Però staccare la spina da faccende e angustie quotidiane, è necessario, serve a ricaricare le pile per l’inverno che verrà, a ripulire la mente dai pensieri molesti che accantoniamo per qualche settimana.
E quindi, abbiamo pensato, meglio la leggerezza che il disimpegno. Abbiamo postato perle e poesie, racconti seri e faceti inviati da quelle che hanno sfidato la canicola battendo sui tasti del computer, “pezzucoli” leggeri, ariosi, estivi … ma pure no, temo. Proprio perché i fatti che accadono sotto il solleone confermano che il mondo non va in vacanza, e delle nostre se ne sbatte proprio.
Intanto il rapporto Svimez il meridione d’Italia lo ha dato per morto, irrecuperabile, peggio della Grecia della cui salvezza almeno si discute mentre di questo sud boccheggiante non si occupa nessuno. Epperò, i turisti hanno privilegiato il sud per le loro vacanze spensierate in luoghi magici e suggestivi, carichi di storia e monumenti, belle spiagge bel clima buon cibo gente cordiale. Della munnizza, con annessi e connessi, se ne fottono. Tanto poi rientrano nei loro paesi ordinati e puliti, e dei nostri problemi nei loro ricordi non resta traccia. A noi, neppure.
(traduzione del detto siciliano: agosto e ri-agosto e capo, inizio, d’inverno)